martedì 27 novembre 2007

Nuovo Cinema Paradiso


Questa sera hanno passato in TV per l'ennesima volta il film "Nuovo Cinema Paradiso" e io per l'ennesima volta non sono riuscito a non vederlo. Non posso farci nulla.
Nuovo Cinema Paradiso è un film che mi fa sognare, mi proietta in un mondo fantastico anche restando comodamente seduto sulla mia sedia. E' un film che contiene tanta di quella poesia che scegliere una scena potrebbe non dare giustizia alle altre.
Questo film mi dà lo spunto per stasera lasciarmi andare, più del solito, alzarmi in volo sulle ali della fantasia e sognare. Non bisogna mai smettere di sognare perchè il sogno è ciò che resta quando la realtà non ci piace, non ci rende felice. E noi così cerchiamo nel sogno quella felicità, quella musicalità della vita che la realtà non ci permette di avere.
Si è abituati a sognare chiudendo gli occhi, immaginandosi smarrito su qualche spiaggia o immerso in qualche mare fresco e calmo. Però, si può sognare anche ad occhi aperti, quando vedi davanti i tuoi occhi la materializzazione di un desiderio e in un battito di ciglia inizi a viaggiare col pensiero e a vedere lunghe passeggiate stretti in un tenero abbraccio, raccontandosi ognuno la propria vita, immaginando ognuno la vita dell'altro, insieme all'altro.
Il sogno è un bel respiro di aria pulita, un lampo di luce dentro una stanza buia, un arcobaleno nei campi dopo la pioggia. Il sogno è un calore che ti entra dentro il corpo, che ti scorre nelle vene e ti giunge al cuore riempiendolo di sorrisi. Forse vani, forse irreali. Di sicuro meravigliosi.
Tutti sogniamo e tanti sognano di poter realizzare prima o poi il loro sogno.
Io penso che il sogno migliore, il sogno più bello, è quello che non viene realizzato, ma che rimane sempre un sogno che per la sua bellezza e la sua unicità merita solo di essere sempre sognato e di non essere mai realizzato.

Indossa la Legalità: la mia maglietta.

Oggi lascio la prosa. Metto da parte la poesia. Almeno quella romantica. Oggi voglio parlare brevemente della Società.
Viviamo in un periodo molto confuso per quanto riguarda la Nostra lotta alla Mafia.
Stiamo assistendo ad una ventata di aria "Onesta" che sale dal popolo, dai ragazzi e adulti che combattono il racket, mentre negli alti gradi dello Stato, e quindi nei politici, serpeggia una sorta di stallo.
Ultimo atto è la perdita dell'equiparazione tra vittime di mafia e vittime del terrorismo, senza contare delle garanzie che vengono previste per i mafiosi già condannati, autori di delitti senza pietà, a discapito del "semplice" italiano.
Io però dal mio canto voglio continuare il mio piccolo gesto e dopo la Manifestazione Antimafia: Mafia e Antimafia tra Ieri e Oggi, organizzata con i miei amici, aderendo alla proposta dell'amico Benny "Indossa la legalità", vi mostro la mia maglietta della legalità.

mercoledì 21 novembre 2007

Solo chi non prova mai a volare, non cade mai.

Ho sempre pensato che nella vita solo chi non prova mai a volare, non cade mai. Solo chi non prova mai a staccarsi da terra, per provare, almeno solo provare, ad alzarsi in volo e dondolarsi tra gli uccelli e le farfalle, in mezzo agli alberi e dentro le nuvole, non cade mai a terra.
Per questo non rinuncierò mai a raggiungere la Luna e le stelle. Per questo non rinuncierò mai a specchiarmi nel Sole. Per questo non avrò mai paura di cadere; perchè nella vita le cadute possono essere tante, migliaia le ferite e i graffi ma la gioia che si prova nel volo non può essere definita. E' una gioia immensa, infinita come infinito è il mare.
Potrò avere i vestiti strappati e pieni di polvere e di fango ma cercherò sempre di bagnarmi delle gocce della pioggia direttamente dalle nuvole, appena sotto le nuvole.
Fermarsi, mai. E' questo l'imperativo.
Siamo in continuo movimento, in un incessante meccanismo di cambiamento e di adattamento; un adattamento che generalmente riguarda noi che ci adattiamo al mondo; in rari ed eroici casi invece riguarda noi che adattiamo il mondo alle nostre vite.
Dobbiamo essere noi i pittori del nostro quadro, anche utilizzando una nuova tecnica pittorica, del tutto nostra.
Per questo non rinuncierò mai a provare di volare, perchè sarebbe ancor più doloroso vivere senza sognare.

lunedì 19 novembre 2007

Buon compleanno Muro!



Sono passati 365 giorni, che poi sarebbero 12 mesi, che poi sarebbero 52 settimane, da quando in un pomeriggio di novembre, freddo e piovoso, mi sono seduto davanti ad un computer e ho prima provato, poi deciso, ad aprire anch’io un blog.
Un anno fa iniziavo la costruzione di questo muro, tra l’Inferno e il Paradiso, come da spartiacque tra i dolori e i pensieri di una giornata e gli amori e i sogni di una notte.
Sono cresciuto in quest’anno e non in termini di altezza. Chi mi conosce sa bene che l’altezza che mi ritrovavo l’anno scorso, la mantengo pure ora. Sono cresciuto nei pensieri.
La crescita non implica per forza una direzione positiva e io non gliela voglio dare. Sono semplicemente diverso, credo di essere semplicemente diverso da colui che un anno iniziava a digitare le prime parole su questo blog, ad incidere le prime lettere sul Muro.
Ho navigato sulla mia confortevole zattera nel mare calmo di una notte trascorsa ascoltando della buona musica, o nel mare burrascoso e mosso di una sera trascorsa tra mille fantasmi del passato.
Ho guardato le stelle cadere dal cielo sereno disteso sulla spiaggia, nel tempo ritmato di un mare che non si ferma mai di mutare.
Sono stato pure trascinato dal vento forte, sbattuto sugli scogli e ferito; trafitto dalle rocce come tante frecce di Cupido.
Ho conosciuto persone che con le loro parole mi hanno fatto compagnia, regalandomi un fiore nelle giornate di tristezza, donandomi un’idea nelle giornate di apatia. Perché in 365 giorni, possono anche capitare le giornate storte, quelle giornate che seppure estive e piene di sole, per te restano grigie, bianche e nere, senza rumori e senza alcun odore. E io a queste persone voglio dire grazie.
E un pensiero voglio rivolgere anche a coloro che conoscendomi già, hanno forse potuto conoscere qualche altro aspetto della mia vita, della mia vera natura, che magari nascondo nelle 24 ore della giornata; e nonostante ciò non sono scappate lontane, lasciando dietro di loro solo le orme che nella distanza sarebbero state cancellate dalle onde del mare. Il mare che ovunque mi segua.
Vive nella mia mente, si ciba dei sogni e bagna ogni mia fuga dalla realtà. Perché amo il mare e so di certo che lui ama me. A lui ho affidato pensieri e segreti che nessuno sa. E lui di certo non li confiderà a nessuno. Di lui mi fido. E mi fido anche di voi.
Con l’augurio e la speranza, sogno per alcuni, che io possa ritrovarmi ancora qua tra 365 giorni, che poi sarebbero 12 mesi, che poi sarebbero 52 settimane, seduto all’ombra del mio Muro.

venerdì 16 novembre 2007

Campagna "Indossa la legalità"



Aderisco alla proposta di un mio caro amico e pubblico qui un suo articolo

Ho deciso di lanciare un’iniziativa. Semplice, economica ma molto significativa. Serve a chiarire dei punti ultimamente sfumati e a riappropriarci di slogan che ci appartengono e che non possiamo lasciare a gente poco affidabile. Ognuno di voi può prendere un pennarello, una semplice t-shirt bianca e dare sfogo alla propria creatività. Il soggetto è la legalità. Il suggerimento è quello di non fare vuota retorica e di concentrarci su quell’alone grigio di politici e istituzioni che colludono e che dalla mafia non sanno stare lontani. A darmi l’idea è stato un cortometraggio ideato da Don Ciotti, sulla camorra. Comprate una decina di t-shirt e regalatele ad amici, parenti, scuole, associazioni ecc. Purtroppo non abbiamo grossi mezzi di informazione a parte i blog, quindi arrangiamoci, diveniamo noi stessi messaggio e andiamo in giro. Sulla mia maglietta ho scritto “La mafia fa schifo. I politici che la favoriscono anche.”. Ogni riferimento a fatti e persone non è puramente casuale. La indosserò prossimamente ad una trasmissione televisiva in cui sarò ospite e che tratterà di “pulizia all’interno dei partiti”. Mandatemi le vostre foto con le super t-shirt e le pubblicherò sul blog.
Benny Calasanzio


La legalità è un progetto che sta nel cuore di tanti. Facciamo in modo che possa uscire fuori e farsi respirare dai polmoni, vedere dagli occhi e apprezzare dalla mente.

giovedì 8 novembre 2007

La tempesta dopo la quiete

Tu dimmi perchè. Tu dimmi perchè accade.
Ho sempre pensato che nella vita accade sempre tutto ciò che è destinato ad accadere, come un grande puzzle fatto di migliaia di pezzi, che si incastrano perfettamente tra di loro. Ho sempre pensato che alla fine veniva fuori un famoso paesaggio, o una natura morta fatta di frutta e di ceramiche, oppure un viso di donna, bellissima come un'aurora mattutina, fresca e radiosa.
Ho sempre pensato che ciò che non era destinato ad accadere nella realtà non accadesse. E per questo stavo tranquillo, seduto sulla mia riva del fiume, del fiume che scorre nella mia vita, paziente che tutto ciò che la corrente portasse con sè, era tutto quello destinato ad andare via da me.
E proprio mentre stavo lì seduto, tra un battito di ciglia e un sospiro, che il cielo sopra di me si copre, diventa scuro e inizia a piovere. La tempesta dopo la quiete.
E la pioggia cade giù fitta e feroce sul mio corpo indifeso e scoperto. E i ricordi rimbalzano sul muro di gomma della mia mente e precipitano persi nel mio cuore e in lui affondano come naufraghi nel mare.
Tu dimmi perchè accade anche ciò che non dovrebbe accadere, come pensare a due occhi già visti e anche sognati, due occhi marroni con piccoli fili di verde, profondi e ipnotizzanti. Tu dimmi perchè penso ai suoi capelli lunghi e ammalianti, attorcigliati come le catene che a lei mi trattengono; alle sue guance rosse e al suo sorriso luminoso e brillante come un cristallo appeso ad un albero.
Ci son giorni in cui penso di averla superata, di averla lasciata dietro di me, assieme al resto che ho perso, che non ho saputo cogliere o che semplicemente non ho mai avuto. Ci son giorni invece che questa piccola illusione scompare, svanisce come neve al sole e lascia solo la traccia di un amore mai nato che non vuole morire. Ma come può vivere qualcosa che non è mai nato?
Questa è la domanda che davvero vale, che davvero è importante, fondamentale, come il Sole per la vita.
Ho sempre pensato che la tempesta anticipasse la quiete, che una volta giunto nella quiete, avrei goduto dell'arcobaleno e dell'aria pulita.
Ho sempre pensato che bastava aprire gli occhi per smettere di sognare.
Ho sempre pensato che in fondo non ho mai avuto ragione in niente e credo che mai ce l'avrò.

lunedì 5 novembre 2007

Posso scrivere i versi più tristi

Una poesia per i palati fini, per chi ha voglia di staccare la spina per alcuni minuti, chiudere gli occhi e sognare di vivere un attimo di immortalità.
Questo è la poesia. Un sentimento che viene cantato e che ci illude di essere immortali.



Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Scrivere, per esempio:
"La notte è stellata, e tremano, azzurri, gli astri, in lontananza".
Il vento della notte gira nel cielo e canta.
Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Io l'ho amata e a volte anche lei mi amava.
In notti come questa l'ho tenuta tra le braccia.
L'ho baciata tante volte sotto il cielo infinito.
Lei mi ha amato e a volte anch'io l'amavo.
Come non amare i suoi grandi occhi fissi.
Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Pensare che non l'ho più.
Sentire che l'ho persa.
Sentire la notte immensa, ancor più immensa senza lei.
E il verso scende sull'anima come la rugiada sul prato.
Poco importa che il mio amore non abbia saputo fermarla.
La notte è stellata e lei non è con me.
Questo è tutto.
Lontano, qualcuno canta.
Lontano.
La mia anima non si rassegna d'averla persa.
Come per avvicinarla, il mio sguardo la cerca.
Il mio cuore la cerca, e lei non è con me.
La stessa notte che sbianca gli stessi alberi.
Noi, quelli d'allora, gia' non siamo gli stessi.
Io non l'amo più, è vero, ma quanto l'ho amata.
La mia voce cercava il vento per arrivare alle sue orecchie.
D'un altro. Sarà d'un altro.
Come prima dei miei baci.
La sua voce, il suo corpo chiaro. I suoi occhi infiniti.
Ormai non l'amo più, è vero, ma forse l'amo ancora.
E' così breve l'amore e così lungo l'oblio.
E siccome in notti come questa l'ho tenuta tra le braccia,
la mia anima non si rassegna d'averla persa.
Benchè questo sia l'ultimo dolore che lei mi causa,
e questi gli ultimi versi che io le scrivo.
Pablo Neruda

domenica 4 novembre 2007

Gli Anni

Il tempo che passa e che cancella con il suo panno le cose avvenute anni prima, le avventure che da fanciulli ci hanno segnato e hanno segnato i nostri giorni, è un nemico che da sempre ha accompagnato la nostra vita.
Un dialogo con una persona amica ti può regalare tante emozioni; un tuffo indietro lungo e profondo, da un alto trampolino, in una vasca d'acqua fresca e pulita.
Penso alle corse in moto, quando andare in due era sempre permesso, e per questo allora si andava pure in 3. Penso alle poesie gridate nella piazza, ai pomeriggi al mare e alle serate nelle pizzeria.
Penso ai sogni sognati sotto i balconi.
Il tempo passa e corre e muta tantissime cose, ma ciò che non può cambiare è l'affetto. I sentimenti non li cambia e non ha cambiato i miei.
Gli amici restano e con loro i ricordi che mi legano a loro.

giovedì 1 novembre 2007

Profumo di un sogno

Domenico Cocchiara, Profumo, acrilico su tela, cm. 30 x 40, 2006
Questa notte ho sognato. Questa notte ti ho sognata, bella come ormai abitudine e raggiante; vestita con un abito bianco di organza. Avevi le perle come bottoni e avevi la bellezza come un’aureola sulla testa e tutto intorno.
Mi venivi a cercare e salivi sulla mia macchina. Mi guardavi dritta in faccia e mi sorridevi, felice per quel giorno anche se dicevi: è solo una formalità.
Era il giorno del tuo matrimonio, con una persona che forse ti amava e che tu dicevi di non amare. Ma eri lo stesso felice. E io che segretamente ti amavo ero il tuo autista verso la chiesa.
Ti ho detto che avrei potuto portarti lontano. Ti ho detto che avrei voluto portarti lontano, lontano dalla chiesa e dall’uomo che ti attendeva. Ti ho detto poi che avrei potuto accompagnarti all’altare. E tu rispondevi sempre sorridendo, che era una formalità e che non sarebbe cambiato nulla.
Pensavo che quelle parole avessero un senso di verità, perché non cambiava il mio amore verso di te e non cambiava la tua amicizia.
Arrivati davanti la chiesa, scendevo dall’auto e venivo ad aprire lo sportello. E tu scendevi bellissima, piena di luce e di fiori e brillante ti dirigevi verso il portone della chiesa. Salivi sicura gli scalini e poi andavi dritta lungo la navata, donando la tua mano chiusa in un lungo guanto bianco nelle mani di una fredda mano rosea.
La gente entrava al tuo seguito, guardandoti silenziosa. Notava la tua bellezza e non poteva che guardarla. Non la poteva toccare. Non la poteva neanche rubare.
Ti vedevo seduta al fianco di un altro e il mio cuore smetteva di battere, il respiro scompariva e le mie mani, che tremanti avevano sfiorato le tue dita, adesso avevano smesso di tremare. Una pioggia di lacrime aveva gettato negli occhi, interi e lunghissimi fiumi di piccole gocce di dolore. Rimanevo fermo, solo e infelice, immerso nel profumo che tu avevi lasciato al tuo passaggio, un profumo di rose bianche e di essenza di fragola, di una bellezza appena fiorita e pura, di una luce abbagliante e accecante, di un amore che mi abbandonava anche se non era mai stato con me, di un amore che innaffiavo con le mie lacrime.
Le mie stesse lacrime poi mi hanno svegliato, disteso e confuso nel mio letto, nel buio della mia stanza. E stranamente ho continuato a sentire quel identico profumo.