lunedì 29 gennaio 2007

CarpeDiem


Sometimes words have two meanings” diceva Jimmy Paige.
Quanta verità c’è in questa frase. Quante volte hai detto qualcosa che per te aveva un significato ma per il mondo attorno ne aveva un altro?
“Non ti sopporto più!”…Ti amo!
“Stà un pò zitta!”…la tua è la voce di un angelo!
“Grazie per la bella serata!”… Maledetto io che ho sprecato un’altra serata per cogliere l’attimo di felicità che mi è passato davanti agli occhi e che non ho afferrato prima, per cambiare la mia inutile esistenza e renderla unica, per dirti semplicemente quello che davvero penso.
Penso che sei davvero speciale.
Penso che rendi la mia vita migliore e mi fai vedere orizzonti che prima non avevo visto.
Penso che in tutto quello che fai e in tutto quello che dici, ci sia una bellezza disarmante, infinita come il numero di granelli di sabbia che formano la spiaggia che mai ci ospitò.
Penso che i tuoi occhi mi sconvolgano il cuore come un tornado sconvolge una foresta di alberi secolari.
Penso che il tuo pensiero ormai mi abbia assediato la mente e non mi resta che pensarti.
Ma è il pensiero che mi frega. Per ogni mio pensiero si apre uno squarcio nel mio cuore. Per ogni mio pensiero c’è un uomo che ti guarda, che tenta di portarti via da me, a te che non sei mai stata mia e forse mai lo sarai.
E come trattenere qualcosa che non è tua?
Devo pensare a qualche modo per trattenerti.
E’ una giostra infernale!
Pensare, pensare e solo pensare ma mai agire. E intanto tu sei già un passo in più lontana da me.

giovedì 25 gennaio 2007

Il primo periodo dell'innamoramento


Il filosofo Kierkegaard diceva: “Il primo periodo dell’innamoramento è sempre il più bello, poiché a ogni incontro ogni sguardo si porta a casa qualcosa di nuovo per rallegrarsi.

E allora perchè non credergli?
Ricordo il sorriso del primo incontro, tra altre persone che di noi non conoscevano altro che la figura. Ricordo il dito che mi indica e la smorfia sul tuo viso, come per dire: sei tu?
Ricordo i passi che aumentavano e i pensieri che si incrociavano. Quanti fratelli hai? Ma davvero non mi avevi notata? Ma se ogni tanto mi guardavi? E cosa ne pensi tu invece?
Ricordo il pomodoro nella pasta, le melenzane amare e l'acqua che ci seguiva.
Ricordo le strade che attraversammo, gli animali che evitammo e il marciapiede su cui ci sedemmo.
Ricordo gli alberi che guardammo, le foto che facemmo e le parole che pronunziammo.
Ogni parola, ogni frase, ogni pensiero… una goccia in più dentro la mia bottiglia.
Piano piano... lei si riempiva.
Inesorabile era quell’azione.
E prima di accorgermene già ti vedevo riflessa sui vetri dei negozi, sui finestrini delle auto, sulle facce delle nuvole e, quello che più tragico è, ti vedevo fissa davanti ai miei occhi.
Chiudevo gli occhi e ti vedevo sempre chiara e lucente. Li riaprivo sperando che tra gli occhi chiusi ti avessi ormai imprigionata ma mi sbagliavo sempre.
Continuavi a tormentare me con la tua bellezza e a sconvolgere le mie certe incertezze.
Ricordo il gelato che non c’era e ricordo il treno che ti ha portata lontana.
Ma lontana da cosa?
Negli occhi ci sei rimasta. Nella mente pure. Dal cuore non ti smuovi.
Lontana da cosa allora?

sabato 13 gennaio 2007

Desaparecido



Ti sei mai fermato a guardarti allo specchio?
Hai notato le rughe che sul volto nascono e da lì non si muovono?
E cosa hai pensato quando hai visto il primo capello bianco?
Sei mai arrivato alla meta del viaggio che ti sei prefisso?
O almeno alla sua metà?
E cosa hai pensato quando ti sei fermato poco dopo l’inizio?
Ti sei mai chiesto dove stai andando?
Ti sei mai chiesto da chi stai andando?
E se te lo chiedessi io, cosa mi risponderesti?
Quante domande esistono senza una risposta e quante risposte esistono senza che ci sia una domanda plausibile che le meriti.
Dove sto andando? Dove voglio che vada?
Da qualche parte andrò. Ne sono certo. Una volta partiti, da qualche parte bisogna arrivare. Così direbbe un saggio. Cosa conta poi dove si vada.
Si va dove si deve andare. Si va dove siamo attesi. E se nessuno ci attende, andiamo noi ad attendere qualcuno. Perché in fondo l’attesa è una delle cose più belle che la vita lascia all’uomo senza mutarla o stravolgerla. L’emozione di un secondo che non passa mai. Il tremore di una persona che devi conoscere. La paura di non essere all’altezza.
Poi arriva il momento fatale, il momento in cui finisce l’attesa e si ricomincia a vivere questa vita che forse vita non è, o almeno non lo è fino in fondo. Ti ritrovi buttato di nuovo dentro un rebus, dentro un gioco, dentro un monopoli, in cui devi solo andare, andare e andare, senza sapere dove, senza sapere come e senza sapere con chi. Devi solo andare, e sperare di non perderti.
Perché se ti perdi, nessuno ti viene a cercare. Nessuno sa del tuo viaggio, nessuno vede le tue orme.
Credi di non esserti perso? Sei sicuro di non essere anche tu un desaparecido? Cosa te lo fa pensare?
La ruga nello specchio? Il capello bianco? Due occhi che ti guardano? Una mano che ti cerca?
Rinuncia finchè sei in tempo.
Perdersi vale la pena… vale quasi quanto una vita.

BASTA UN CLICK


Basta un click e tu non ci sei più.
Un messaggio viene cancellato.
Una presenza scompare.
Ma come cancellare le ferite che mi fai?
Non esistono bende che riescano
a rimarginare gli squarci nel mio cuore.
Non riesco a fermare il sangue che cola sul pavimento.
Cammino a fatica barcollando,
inzuppando le scarpe nelle macchie
che lascio prima davanti a me e poi dietro.
Una visione di felicità che non vedo più.
Una speranza di felicità che non spero più.
Un traguardo di felicità che non arriva mai.
Basta un click e tu non ci sei più.
Un messaggio viene cancellato.
Una presenza scompare.
Un dolore scoppia.

venerdì 5 gennaio 2007

La rana e lo scorpione


Una rana stava serenamente sguazzando in un fiume quando ad una sponda si avvicinò uno scorpione. "Devo passare dall'altra parte" disse "ma non so come fare, io non so nuotare e se provo affogherò. Tu potresti aiutarmi trasportandomi sul tuo dorso, te ne sarei molto grato". La rana perplessa rispose: "Ma se io ti lascio salire sul mio dorso tu potresti pungermi ed uccidermi!". Lo scorpione rassicurò la rana: "Non ti preoccupare, perchè dovrei farlo, se ti pungessi morirei anch'io perchè affogheremmo entrambi nel fondo". La rana si sentì rassicurata dalle spiegazioni dello scorpione e lo fece salire. Quando furono a metà del fiume, lo scorpione punse la rana. La rana stupita dal gesto dello scorpione mentre stava affondando insieme a lui trovò la forza di chiedergli: "Ma perchè l'hai fatto adesso moriremo entrambi?" Lo scorpione rispose "Non ho potuto farne a meno, questa è la mia natura".

lunedì 1 gennaio 2007

L'urlo: nuova sfida!


Con il nuovo anno ormai, volevo affrontare una sfida nuova.

Credo che ormai il blog sia maturo per lasciare spazio anche alle idee e alle opinioni di coloro che in qualche modo volessero lasciare un proprio segno del loro passaggio, una propria orma, un proprio post.

Ho deciso così di inserire una sorta di sezione speciale intitolata "L'urlo" in cui troverete la mia mail per mandarmi i vostri eventuali post in allegato che saranno pubblicati senza alcuna modifica o censura. E' inutile dire che la mia mail servirà anche per mettersi in contatto con me per qualsiasi motivo.

Credo nel vostro aiuto.

Buon Anno Nuovo a tutti!

Lettera per il nuovo anno


Pubblico una lettera che ho trovato nel fantastico mondo di internet, nelle mie navigazioni a vista.


Caro amico/a, tra le tante lettere che ricevi, oggi pongo fra le tue mani, anche la mia, perchè leggendola possiamo insieme riscoprire quel coraggio e quella gioia di vivere che sta nel silenzio del nostro cuore. Conosco la quotidianità farcita spesso da "parole di plastica";so cosa vuol dire guardare in faccia questa vita che spesso ti sorride in modo beffardo non rispettando neanche il tuo urlo di pace e di cose vere. So che tu hai un cuore meraviglioso e in esso tanta voglia di sorridere, gioire, amare, sperare, lottare. Se anche tu hai provato per un attimo quel brivido di paura dinnanzi a tanta gratuita violenza, oggi-adesso-deciditi per la vita. E' un gesto di coraggio che, forse, devi fare per i tanti che non hanno trovato posto in questo mondo e hanno chiuso troppo in fretta il libro della loro storia. Amico di quest'ora:non rimandare a domani, non cadere nella trappola del qualunquismo, non vantarti solo dei tuoi successi. No, non puoi e non devi recitare la parte di un "attore felice". Pensa a tutte quelle cadute che forse ti hanno visto solo ingoiando quel boccone di amarezza che hai fatto fatica a mandare giù in un breve tempo possibile. Scappare, delegare altri, far finta di non vedere, equivale ad una logica di "morte annunciata". FERMATI. Ritorna ad afferrare i tuoi sogni. Ricompagina la tua vita con quel sorriso e quell'entusiasmo di innocenza che porti dentro. Non stringere mani fredde ma metti un pezzo di cuore in tutto ciò che dici e fai. Le notti sono troppo buie e il sole può ritornare a brillare se lo vuoi. Non ascoltare lo sconforto di molti che ti invitano diplomaticamente ad arrenderti sussurrandoti all'orecchio "Non conviene....tanto non cambierà nulla." Non farlo perchè tu hai tanto cielo sopra di te e tanta voglia di dare dentro di te. Chi si arrende fa solo il gioco di Caino, ama le strategie di Barabba e finisce sempre con il prezzo proposto da Giuda. Ma noi no. Se anche tu, come me, come tanti, pensi che vale la pena agire più che criticare, divenire operatori di speranza che chiaccherologi di delusione, rimboccati le maniche, allontana la paura di non farcela, abbraccia chi caduto non ce la fa a rialzarsi, rispecchiati negli occhi dell'infinito, togli il gelo dal tuo cuore con l'entusiasmo della semplicità, agganciati al paracadute dell'amore e vola nel cielo che c'è dentro di te. Rispecchiati negli occhi limpidi dei tuoi genitori che per te fanno sacrifici e pregano il "Dio dei miracoli". Dai colore alla tua vita, bellezza al tuo sorriso, entusiasmo al tuo sguardo, forza al tuo cuore, ottimismo ai tuoi giorni. Non scandalizzarti per un gesto d'amore, fallo solo quando troppo odio crea dei mostri cupi e indifferenti. Caro amico/a è la vita che ti cerca, cha ti interpella, che adesso ti chiede "cosa vuoi farne della tua storia"? Concludo con un augurio:che tutto nella tua vita sia meravigliosamente unico e vero;che i tuoi occhi ritrovino la solarità dell'alba e la semplicità del tramonto mentre l'amore abbracci tutto il tuo essere e ti porti a scoprire che tu sei parte essenziale di questo mondo che è tuo e ti appartiene più di quanto pensi. Credici... almeno provaci

Cosa butteresti dal balcone per salutare il 2006?


Cosa butterei io dal balcone?

Butterei giù l'amore che ho cantato per una ragazza che è rimasta sorda ma poi mi toccherebbe scendere giù a riprendere i cocci per non lasciar morire un amore che mi ha dato vita per un anno.

Butterei giù la fatica inutile che a tratti ho fatto per arrivare ad una meta che lentamente si allontavana e si allontana sempre di più ma poi mi toccherebbe ricominciare dal Via.

Allora preferisco affacciarmi dal balcone in questa giornata di sole e guardare il nuovo orizzonte del 2007, sperando di riuscire finalmente a vedere cosa c'è un passo più in là.