martedì 24 aprile 2007

Noi non ci saremo



Mi sono fermato a guardare il mare illuminato dal sole e tanti pensieri hanno preso forma dentro la mia testa, tanti ingranaggi hanno iniziato il loro movimento solidali gli uni con gli altri.
Pensavo a tutta la storia che possiede il nostro Mondo. Miliardi di anni dalla sua comparsa, con milioni di cambiamenti e mutazioni che ne hanno determinato le caratteristiche e la forma che esso oggi ha.
Pensavo a quante stelle hanno visto cadere le gocce d'acqua di quel mare, a quanti soli hanno visto splendere e a quante lune lentamente si sono avvicinate e poi ancora allontanate.
Pensavo a quante nuvole hanno visto correre sopra di loro e pensavo a quanti passi hanno cancellato dalla spiaggia.
Ogni passo, ogni orma, un uomo e una donna, che insieme passeggiavano mano nella mano, sognando un futuro insieme, un futuro che forse oggi è già passato, un futuro pieno di passati.
Passati come le glaciazioni, passati come i dinosauri.
Seduto sugli scogli, il mio sguardo andava oltre quella linea di confine chiamata orizzonte e immaginava quel posto quando io non ci sarò. Quando noi non ci saremo; perchè tutto passa su questo Mondo, ogni cosa ha un suo inizio, una sua durata in cui viene chiamata a ricoprire un ruolo, a svolgere una funzione, importante o inutile che sia, e poi ha una sua fine.
Ogni cosa è destinata a non esserci più, tranne poche, elette, meraviglie.
Il Sole splenderà sempre nel cielo e con i suoi raggi illuminerà i campi, riscalderà gli alberi.
La Luna prenderà sempre il suo posto la notte e sarà sempre l'astro destinatario delle poesie e delle grida d'amore degli innamorati.
Il Mare continuerà nel suo dondolìo senza sosta, erodendo le pietre, modellando la realtà e cancellando le tracce del nostro passaggio.
Rimarrà anche l'Amore a scaldare i cuori delle genti che a turno vivranno un momento del Mondo. Sempre ci saranno menti innamorate, occhi che piangono e mani che si intrecciano. Sempre ci saranno uomini sognatori seduti sugli scogli di un pomeriggio d'aprile, a guardare oltre l'orizzonte. Anche quando noi non ci saremo.


Vedremo soltanto una sfera di fuoco
Più grande del sole, più vasta del mondo
Nemmeno un grido risuonerà…
E catene di monti coperte di neve
Saranno confine a foreste di abeti
Mai mano d'uomo le toccherà
E solo il silenzio
come un sudario si stenderà
Fra il cielo e la terra
per mille secoli almeno
Ma noi non ci saremo,
noi non ci saremo..
E il vento d'estate che viene dal mare
Intonerà un canto fra mille rovine
Fra le macerie delle città
Fra case e palazzi,
che lento il tempo sgretolerà
Fra macchine e strade
risorgerà il mondo nuovo,
Ma noi non ci saremo,
noi non ci saremo…
E dai boschi e dal mare
ritorna la vita
E ancora la terra sarà popolata
Fra notti e giorni il sole farà
le mille stagioni
E ancora il mondo percorrerà
Gli spazi di sempre
Per mille secoli almeno,
Ma noi non ci saremo,
non ci saremo...

martedì 17 aprile 2007

Il Gabbiano


E crescendo impari che la felicità non e' quella delle grandi cose. Non e' quella che si insegue a vent'anni, quando, come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi...
La felicità non e' quella che affanosamente si insegue credendo che l'amore sia tutto o niente,... non e' quella delle emozioni forti che fanno il "botto" e che esplodono fuori con tuoni spettacolari..., la felicità non e' quella di grattacieli da scalare, di sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova.
Crescendo impari che la felicità e' fatta di cose piccole ma preziose.... ...e impari che il profumo del caffe' al mattino e' un piccolo rituale di felicità, che bastano le note di una canzone, le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore, che bastano gli aromi di una cucina, la poesia dei pittori della felicità, che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentire una felicità lieve.
E impari che la felicità e' fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore, che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi, e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto, che il profumo della primavera ti sveglia dall'inverno, e che sederti a leggere all'ombra di un albero rilassa e libera i pensieri.
E impari che l'amore e' fatto di sensazioni delicate, di piccole scintille allo stomaco, di presenze vicine anche se lontane, e impari che il tempo si dilata e che quei 5 minuti sono preziosi e lunghi più di tante ore, e impari che basta chiudere gli occhi, accendere i sensi, sfornellare in cucina, leggere una poesia, scrivere su un libro o guardare una foto per annullare il tempo e le distanze ed essere con chi ami.
E impari che sentire una voce al telefono, ricevere un messaggio inaspettato, sono piccolo attimi felici.
E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli ma preziosi.
E impari che tenere in braccio un bimbo e' una deliziosa felicità.
E impari che i regali più grandi sono quelli che parlano delle persone che ami...
E impari che c'e' felicità anche in quella urgenza di scrivere su un foglio i tuoi pensieri, che c'e' qualcosa di amaramente felice anche nella malinconia.
E impari che nonostante le tue difese, nonostante il tuo volere o il tuo destino, in ogni gabbiano che vola c'e' nel cuore un piccolo-grande Jonathan Livingston.
E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità.

Riposi in pace!


Diceva Thomas Mann: La morte di un uomo è meno affar suo che di chi gli sopravvive. E non si può che dargli ragione. Nessuno ha da fare i conti con la morte se non chi sopravvive ad essa. Solo chi sopravvive alla morte ha milioni di lacrime da versare sul palmo della mano. Solo chi sopravvive alla morte ha milioni di singhiozzi da soffocare in gola, ha mille parole tranciate dal dolore. I ricordi si rincorrono e si torna a essere bambini, a quando si giocava sulle sue gambe, a quando si tendeva la manina verso quel viso già rugoso ma sempre sorridente.
Ripensi ai pranzi della domenica a casa della Nonna, a quando stavate seduti a giocare a carte e lei ti faceva vincere per regalarti un sorriso angelico e tu neanche ti accorgevi di aver vinto, soddisfatta e contenta per essere tu la vincitrice.
E' questo quello che una Nonna per te fa. Ti fa vincere anche quando vincere non conta perchè quello che conta è trascorrere il tempo insieme e lei lo sa bene. Perchè il tempo passa e un giorno crescerai e non vorrai più trascorrere tanto tempo con lei e lei lo sa.
Le nonne sanno sempre tutto. Sanno più cose loro di noi che noi di noi stessi.
Blocchi gli occhi fissando una stella del cielo che da stasera ha una stella in più e pensi che non è andata via, che lei sarà sempre lì, sarà sempre seduta tavola la domenica con il suo vestito antico, con le scarpe basse, il fermaglio tra i capelli e le mani tremanti che ti stringono le tue mani lisce e fresche. Senti le sue braccia attorno alle tue spalle e senti quel senso di protezione e di amore che solo una Nonna può dare.
Esiste però un pensiero che ti dà sollievo, che ti asciuga lelacrime dagli occhi e ti regala un timido sorriso appena accennato, come raggio di sole in una giornata di pioggia tempestosa: Quando gli uomini muoiono, li attendono cose che essi non sperano né suppongono. E per lei ci sarà di certo un paradiso pieno di frutti freschi, di fiumi purissimi, di stelle brillanti e di tue preghiere d'amore.
Da lassù ti guarderà e veglierà sui tuoi sogni.
Da lassù vedrà i tuoi capolavori e sarà felice per le gioie che sinoa ieri le hai donato con cuore umile e gentile.
Vorrei poter rubare quelle lacrime che proprio adesso scendono dai tuoi occhi e si perdono nel palmo della tua mano. Vorrei poter cancellare quel dolore nero e silenzioso dal tuo cuore per dargli quella musica e quella luce che ha dimostrato sempre di avere.
Vorrei poter stare male io per garantire a te la felicità di una vita meravigliosa che meriti.
Descance en paz!
Riposi in pace!

martedì 3 aprile 2007

Cosa sai di me?


Questa è la storia di colui che guardandosi allo specchio, si chiede cosa conosce davvero di sè stesso. Gli occhi sbarrati, le guance rilassate e lo sguardo spento e interrogativo, si domanda: cosa sai di me?
Si guarda nello specchio, abbassando lo sguardo per vergogna. Cerca riparo dietro un velo immaginario di seta purissima. Cerca un nascondiglio da quella domanda, che cattiva e forte rimbomba ormai nella mente, urtando dentro le mura di quella stanza.
Cosa sai di me?
Parole che rimbalzano contro il vetro e tornano pungenti sul volto che nel vetro si specchia, fissando una realtà vera e ribaltata, come una lacrima che gocciola dall'occhio destro ma che appare a sinistra.
Cosa so di me?
Sono così poche le cose che conosco di me da poter dire senza alcun timore di essere una delle persone che meno mi conosce, sempre se possa davvero esistere una persona in grado di affermare di conoscermi.
Conosco di me le passioni che vivo, le passioni che mi danno aria da respirare alla mattina, che mi danno sogni da sognare alla notte, che mi danno dolori da piangere mai.
Conosco la libertà che mi offre la poesia. Una libertà incatenata dentro un'emozione. Scrivere è quello che faccio quando dimentico un pezzo di me lungo il mio cammino e voglio andarlo a recuperare. Ma scrivere è anche quello che faccio quando voglio appendere un quadro sulla parete della mia vita, quando voglio incorniciare una foto sul comodino della mia memoria.
Conosco il volo che mi offre la musica. Un volo che non smette mai di volare. Ascoltare musica è per me come avere delle ali o salire sul dorso di una forte aquila e alzarmi in cielo, in alto, quasi fino al sole. Passare tra le nuvole e vedere in quella nebbia, un azzurro che più azzurro non si può. In ogni musica che ascolto, sento quello che io voglio sentire. Sento le parole che voglio immaginare di sentirmi dire. Provo le emozioni che io voglio provare. Divento trasparente e insensibile verso la realtà che continua a essere la solita madre meretrice di sempre.
Conosco il sogno che mi offre l'amore. Un sogno che fin quando viene sognato è meraviglioso. Gentile. Delicato. Ma è anche un sogno che non è eterno e che porta nella sua natura, il risveglio, cattivo e spietato come lo sparo di una pistola nelle mani del suicida.
Proprio l'amore credo sia il motivo per cui crediamo di conoscerci e invece è il motivo per cui scopriamo di non conoscerci per niente, perchè in amore viene fuori un carattere che non credevamo di avere; perchè in amore diventiamo quello che pensiamo di non essere. E non ci viene mai in mente che forse siamo davvero quello che l'amore ci dimostra di essere. Forse è la vita di tutti i giorni, quella vita senza l'amore, che ci fa essere ciò che non siamo.
Verrà presto spero la luce che illuminerà la mia parte oscura.
Verrà presto spero la ragazza che mi farà conoscere quello che davvero sono.
Cosa so di me?
So che non mi conosco. Nessuno può conoscersi e chi crede di conoscersi non fa altro che illudersi.
L'apice dell'illusione: credere di essere quello che non si è!