domenica 20 gennaio 2008

La lettera di Martino


Andando alla riscoperta delle vecchie pellicole di una volta, di quei film che ti divertivano ma anche ti crescevano, oggi riportare alla luce il film "Jack Frusciante è uscito dal gruppo", tratto dall'omonimo libro di Enrico Brizzi. In particolare posto la lettera che Martino scrive all'amico Alex prima di uscire lui dal gruppo.


Alex,
amico mio finita questa lettera scenderò per via dei colli, via San Mammolo, Via D'Azeglio, e via Farini a cavallo della mia celebre vespa special, mi fermerò in piazza Minighetti di fronte alle poste, imbucherò la lettera, forse prenderò un gelato (mi va un gelato alla frutta con le amarene sopra), tornerò indietro, lascierò la vespa in giardino, mi chiuderò in casa e distruggerò tutti i quadri che si son comprati i miei per far bello questo posto di morti.
Mi fa troppo schifo vivere così, e ci sono troppo dentro per cambiare.
Comunque, i miei son dei poveretti. Non è per loro che ho deciso. E' per me.
Ho pensato e pensato, vecchio mio. E le mie conclusioni sono queste: se sei un barbone, un drogato, un immigrato, un albano, sei fottuto. Ti isolano, sei fuori dal gruppo. Poi, il gruppo ti lascia più o meno in pace e in disparte all'inizio, fino a quando non ne fai una troppo grossa, e allora finisci in galera. Se invece sei una persona normale, rispettabile, se sei nel gruppo, bene o male lavori per il gruppo. E questo non vuol dire necessariamente essere onesto. Anzi.
I capi del gruppo son tipo gli amici dei miei, gran stronzi pieni di soldi che cercano di controllare la gente. Con i partiti, con la censura, con i gruppi economici.
Ne sai a pacchi di queste cose, tu, che sei una specie di inkazzato sociale.
Il gruppo è tutta la merda che ci danno da mangiare, giusto.
Ecco, io credo che se ne esca o essendo intelligentissimi, spiritualmente liberi come i monaci buddhisti o i grandi filosofi, e allora ci si innalza; oppure prendendo il sacco a pelo e andando a vivere alla stazione o nei campi nomadi, e allora ci si abbassa.
A me la prima soluzione non mi va. Troppo dura. E poi l'unica cosa intellettuale che faccio è guardare dei film. E la seconda non mi va perchè a fare i barboni ci si ammala quasi subito e si diventa pieni di croste e malati e bruttissimi.
C'è pure un terzo modo, alla fine: un salto fuori dal cerchio che ci hanno disegnato intorno. Mi fa solo un pò schifo pensare a come sarà il mio corpo.
Ieri notte ho sognato i pompieri che entravano in casa buttando giù la porta e trovavano il mio cadavere. Ero sdraiato per terra in pancia in su. Il pompiere era grosso, sui cinquanta, aveva i baffi neri, mi sollevava la testa e diceva "Povero ragazzo..." come nei film.
Ma sono a posto con me stesso, sai Alex?, perchè è la prima grande cosa che faccio. Tutto il resto me l'avevano insegnato, questa storia l'ho progettata e decisa io.
Alex amico mio, sono sereno, non credere.
Ti abbraccio e ti saluto con tutta la forza. Non lasciare che ti sottomettano. Non dimenticarmi.
Martino


(Tratto dal libro: Jack Frusciante è uscito dal gruppo)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ho pianto come una cretinetta quando ho letyto quewsto pezzo del libro. Mi è piaciuto molto. :)