venerdì 29 febbraio 2008

Il giorno che non esiste


Il giorno che non esiste, che fa la sua breve comparsa e poi scompare. Nel giorno che non esiste puoi fare tutto ciò che sempre sogni perchè tanto quel giorno non esiste e ogni azione non lascia traccia.
Nel giorno che non esiste puoi cantare a squarciagola la canzone che di più ami senza provare imbarazzo o vergogna per una stonatura epocale o un suono scordato.
Nel giorno che non esiste puoi guardare un mare sconosciuto e pensarlo amico d'infanzia, salutare ogni piccola onda che muore sulla spiaggia, raccogliere piccole e grandi conchiglie per sentire dal loro interno il profumo dell'estate.
Nel giorno che non esiste puoi leggere le stelle e specchiarti nella Luna.
Nel giorno che non esiste puoi regalarle una rosa rossa bagnata dalla rugiada, raccolta in un prato di erba fresca e alta, rinfrescata da un torrente di acqua dolce e pura.
Nel giorno che non esiste puoi davvero fare tutto ciò che vedi chiudendo gli occhi. L'impossibile diventa possibile. L'astratto diventa concreto. E ciò che prima non c'era, nel giorno che non esiste appare.
Appare perchè sei tu il pittore e tu decidi cosa dipingere. Appare perchè stai vivendo il giorno che non esiste.

giovedì 21 febbraio 2008

Non ho parole giuste


Ci sono momenti in cui non si sa mai cosa dire, quando ogni parola che pensiamo ci sembra superflua, inadatta e banale. E forse non ci sono parole in grado di dimostrare l'affetto che ci lega ad una persona,di dimostrare il nostro bene e la nostra riconoscenza.
In questi casi possiamo solo limitarci a stare in silenzio e a far parlare gli occhi e i pensieri, sicuri che la persona a cui noi vogliamo tanto bene, che per noi significa molto, che noi citeremmo senza alcuna titubanza tra le poche cose che ci sono riuscite bene nella nostra poca vita, si renda conto del nostro amore.
Gli occhi sono gli specchi della nostra anima e le loro lacrime sono le lacrime che il nostro cuore prova. I pensieri sono i messaggeri del nostro cuore, che portano, volando, le testimonianze dei sentimenti che proviamo.
Scusami se non trovo le parole giuste, quelle più adatte. Sempre se esistano parole giuste in questo momento.
Ti sono vicino.

domenica 17 febbraio 2008

Tutto chiacchiere e distintivo


Buonasera. Anzi, buonanotte,
Sono le 03:00 e io mi ritrovo di nuovo qui a parlare con me stesso, a raccontarmi storie e aneddoti che già conosco, bugie che già so essere bugie.
Mi faccio le stesse domande, migliaia di domande, che terminano tutte con lo stesso punto interrogativo, che però portano con sè risposte tutte diverse, tutte facilmente ricondubicili alla stessa natura.
Perchè succede ciò?
Perchè noi siamo membri della razza umana, e la razza umana è volubile, traditrice, bugiarda. Dice sempre quello che più gli conviene e più gli aggrada, senza mai tener conto dei sentimenti, delle aspettative, dei sogni di essa stessa.
Sono le 03:00 di un sabato sera trascorso tra la finta euforia di una illusione di riuscire e la reale delusione di un nuovo blocco psicologico e motorio.
Siamo tutti così bravi a parole che quasi sembriamo tutti parolieri, tutti dei Braveheart dell'epoca moderna, pronti a milla follie per amore, capaci solo di mentire e di rammaricarsi per l'ennesima occasione perduta, di una nuova conoscenza, magari andata a male.
Tutto chiacchiera e distintivo siamo. Come Robert De Niro in un film di parecchi anni fa. Si gaurdava allo specchio e sentenziava: Sei tutto chiacchiere e distintivo.
Io mi guardo allo specchio, dritto come un inquisitore, come un creditore di bugie, e ho la lucidità mentale di urlarmi, di gridarmi che sono tutto chiacchiere e distintivo.
E con me sprofonda l'intera nave, fatta da assi di legno marci come le bugie; piena di buche profonde come le illusioni.
Attendo un vento migliore, in tempi migliori, sotto un cielo migliore, per non comprendere mai fino in fondo che forse, se mi capita tutto questo, una ragione vera c'è.
Chiamala timidezza, chiamala chiusura mentale o soprattutto vigliaccheria.
Ma qualcosa c'è.
E con questa presa di coscienza momentanea, fugace, effimera e superficiale, ti auguro buona notte.
Possa tu sognarmi come io di sicuro sognerò te.

venerdì 15 febbraio 2008

Il bacio mai esistito


Quanti sogni vengono spezzati, distrutti, per un bacio che non è mai esistono e sulla cui esistenza avevamo invece puntato gran parte del nostro futuro.
Sono milioni i sogni che prematuramente svaniscono nel nulla, tornando al cilindro magico dal quale erano stati generati, che paternamente li riaccoglie, consolandoli un po’.
Per un bacio che non è mai stato donato, vien distrutto il sogno di una lunga passeggiata nel viale dei giardini mano nella mano, tenendosi stretti, così stretti da sentirsi reciprocamente i respiri addosso, alternandosi tra le ombre e le luci delle fronde degli alberi sul sentiero.
Svanisce il sogno di veder brillare nei suoi occhi, la tua immagine solitaria, sorridente e felice per poter finalmente vivere un attimo di meravigliosa pace e beatitudine, come se ti trovassi in Paradiso e quelli fossero gli occhi del tuo angelo custode, della tua Madonna.
Per un bacio che non è mai stato posto su di te, vien spezzato il sogno di sentire luccicare nei tuoi occhi, la sua immagine solitaria, sorridente e felice per poter lei finalmente urlare al mondo intero che vi sta guardando, come al centro della scena dell’Arena, di aver scoperto il tesoro più prezioso che la vita possa mai nascondere, ben più ricco dei forzieri di Atlantide, ben più raro di una neve nel Sahara.
Si spegne il sogno di aggiungere un colore all’arcobaleno, un petalo alla rosa più bella, una stella al cielo notturno.
Per un bacio che non è mai esistito, non esistono milioni di cose belle. Ma soprattutto non esiste il Noi. E’ passato un anno e ancora esiste il tu ed esisto io.

Le tue Labbra

San di fragole appena raccolte,
di petali di loto e di rosa,
un desiderio di tanti più volte,
che nessuno realizzare osa.

Polvere di stelle fine e leggera
copre loro con una luce brillante,
che ogni cosa trasforma in vera,
in gentiluomo il più furfante.

Cantano parole dolci d'amore
e regalan baci ai visi tristi
nel continuo consumare d'ore;

e quando dall'amante non son visti,
restan chiusi nel sogno migliore
che tu amor ancor non gli rubasti.

giovedì 14 febbraio 2008

San Valentino: una giornata speciale

Una giornata speciale oggi. Una giornata dedicata agli innamorati, ormai diventata una festa consumistica per chi forse ha smesso di sognare o vuole soltanto apparire controcorrente e rivoluzionario contro la società attuale.
Per chi invece non smette mai di sognare, perchè magari non riesce a vivere la vita senza sognarla, è una giornata particolare, in cui qualsiasi sentimento d'amore viene svelato, rivelato, confessato o ancora nascosto. Si immaginano gesta eroiche, degne del più romantico dei romantici. Grandi mazzi di fiori regalati, milioni di stelle rubate al cielo, infiniti raggi di sole sprigioanti dagli occhi, canzoni d'amore e poesie cantate dal cuore.
Sono questi i minuti e le ore di cui il 14 febbraio si compone.
Fortunato colui che possiede chi dedicare tutto ciò. Più fortunato colui a cui viene dedicato tutto ciò.
A me tocca dedicare questa poesia. Una dedica senza una destinataria, verso qualcuna in particolare, perchè da qualche lei deve per forza vivere; da qualche parte lei si deve per forza nascondere; da qualche parte lei mi deve pure attendere.
E io a lei mi rivolgo affinchè l'attesa lentamente si spenga e arrivi finalmente l'attimo dell'incontro.


venerdì 8 febbraio 2008

Da "Le Affinità Elettive"



Mi sono imbattuto nella lettura di un romanzo divenuto ormai un classico. Si tratta de "Le affinità elettive" di Goethe. E proprio da questo romanzo, traggo questo passo, contenuto nel XVIII° Capitolo, che parla della descrizione che Eduard fa del sentimento che lo lega a Ottilie con il suo amico Mittler.
“Mi resta appena una gioia.
Quando le vivevo accanto, non la sognavo mai; ma adesso, così divisi, nel sogno stiamo insieme. E cosa strana: da quando ho fatto conoscenza, qui vicino, di altre piacevoli persone, ecco che in sogno m'appare la sua immagine, come volesse dirmi: "Guardati pur d'attorno, non troverai nulla di più bello, di più caro di me!"
Così la sua figura penetra in tutti i miei sogni. Tutte le esperienze avute con lei incalzano, e si sovrappongono alle mie di oggi.
C'è da sottoscrivere un contratto, ecco la sua mano e la mia, la sua firma e la mia, si cancellano a vicenda, s'intrecciano. E anche tali capricci della fantasia danno non poco dolore. Talvolta fa qualcosa che offende l'idea pura che ho di lei: allora, proprio perché provo un tormento indescrivibile, sento quanto l'amo.
Talvolta - ciò che all'opposto della sua natura - si prende beffe di me, mi molesta: e subito la sua immagine cambia, quella faccina tonda, angelica, s'allunga: ho davanti un'altra. Ma io resto irritato, scontento, avvilito.
“Non sorridete, caro Mittler, o anche sorridete, magari. Oh, io non mi vergogno di questa debolezza, di questa inclinazione, folle, se volete, insensata. No, non avevo mai amato: adesso sperimento cosa vuol dire. Sinora la mia vita è stata soltanto un preludio, un indugiare, oziare, sprecar tempo, sinché non ho trovato lei, non l'ho amata, e ho conosciuto l'amore autentico, pieno.
Apertamente non me lo hanno mai rinfacciato, ma alle spalle dicevano di me che sono un pasticcione, uno che, nelle sue faccende, tira via in qualche maniera. Può darsi: ma non m'ero ancora imbattuto in un mestiere nel quale mostrarmi maestro. Voglio vedere ora chi mi supera in fatto d'amare.
Certo, è un'arte miseranda, di dolori e di pianto. Ma io, per me, la trovo naturale, e così mia, che difficilmente vi rinuncerei.”

mercoledì 6 febbraio 2008

Nel luogo di mezzo


Aguzza la vista. Si, proprio tu che adesso hai posato forse per caso, forse con coscienza, il tuo sguardo su questa schermata. Tu che ti stai grattando la barba sotto il mento o ti stai attorcigliando i capelli attorno al tuo dito indice e pollice sinistri, mi riferisco a te?
Ti sei mai svegliato un giorno con l'unico pensiero di vivere la vita di un altro?
Chissà quante cose avresti voluto fare, anche solo diversamente da come le hai fatto. O forse le avresti voluto fare e basta, perchè in realtà non le hai mai fatte.
Chissà quante volte ti sei svegliato in piena notte per interrompere un sogno che stavi sognando, che ti piaceva sognare ma che nel sogno già ti appariva irrealizzabile.
Chissà quanti luoghi avresti volute vedere, quanti mari avresti voluti fotografare, e invece sei rimasto sempre chiuse dentro la stessa cella, di due metri per due, lontano chilometri dal mare. In pratica, in mezzo al deserto, in quel luogo di mezzo in cui non c'è nulla che lo caratterizza, nè una nuvola che faccia ombra, nè un sole che distrugga l'ombra.
Prendere il via e partire per il proprio viaggio, la cui lunghezza non conta, perchè la lunghezza sei tu a deciderla. Muovere i primi passi lungo la strada che dritta tira verso l'orizzonte, arrampicandosi sulle montagne e precipitando poi nell'abisso di ciò che non puoi vedere. Viaggiare su quella stessa strada che fu di Kerouac, di Forrest Gump e di migliaia di altre persone, di altri cuori innamorati, cuori infranti, menti disperate e occhi lacrimanti di ricordi.
Andare avanti senza mai voltarsi indietro. Guardare solo ai lati della strada per rubare per sempre piccole porzioni di bellezza pura e unica.
La California, la meta di tutti i sognatori, dei musicisti e dei viaggiatoriche non hanno una meta stabilita. Il sole caldo, il mare sempre diverso, le spiagge piene di muse che attendono solo una poesia da a loro dedicare.
E allora ti sei mai accorto di vivere la vita di qualcun altro?
Spera solo che lui non se ne accorga perchè altrimenti lui verrà a reclamarla e a te non rimarrà neanche quella.