domenica 30 marzo 2008

E il fuoco va...


Ci sono giornate che nascono sotto la buona stella o forse sarebbe meglio dire che vengono illuminate dai raggi giusti del sole, quelli più caldi e splendenti. In queste giornate fai tutto ciò che desideri fare senza mai fermarti a pensare quello che avresti potuto fare se solo lei...
Magari ti fermi pure e pensi, però poi metti bene a fuoco quello che ti circonda e scopri che per quel giorno non ti manca poi molto. La mancanza di un sentimento d'amore sincero manca, certo, ma senti forte dentro di te l'affetto di un'amicizia, di tante amicizie che sei sicuro che sono ugualmente sincere e profonde.
Basta un fuoco acceso, un pò di carne che gli gira sopra e si cuoce, del buon vino in una bottiglia e nei bicchierei, uno stereo acceso che manda nell'aria le canzoni del passato, la campagna verde e fresca che ti nasconde e il gioco è fatto. Non senti il bisogno di null'altro.
Tutto quello che ti serve ce l'hai. Lo trovi negli occhi e nei sorrisi di coloro che ti fanno compagnia tra un boccone di salsiccia arrostita, un sorso di un buon nero d'avola, una foto stretti e sorridenti, un dolce alla panna e una luce che la sera viene accesa.
Le paranoie, i dubbi, i problemi, i non-sensi rimangono fuori dal cancelo, lungo l'asfalto.
E intanto il fuoco va, ti riscalda e ti fa compagnia.

martedì 25 marzo 2008

In morte della speranza...


In morte della speranza mi ritrovo oggi dopo una giornata lunga come tante altre giornate lunghe, con gli stessi secondi e gli stessi minuti, in un'interminabile ma finita serie di ore, di soli, di lune, di vento e di pioggia.
E' morta la speranza che nutrivo clandestinamente, con pasti caldi e notturni, pieni di dolcezza, di fantasia e di sentimenti non corrisposti ma ugualmente grandi e senza confini. Era la speranza di poter vivere finalmente una favola con il lieto fine, che sin da bambini ci raccontano, che non esiste nella realtà, che non tocca mai a noi vivere. Perchè sono sempre gli altri a vivere il lieto fine, a vivere con accanto il sogno di ogni notte, tenerlo stretto e sentire nella propria mano la mano del sogno.
A noi invece non rimane che sorridere anche quando da sorridere non rimane nulla. Fare buon viso a cattivo gioco, provare a mentire e far finta di avere in mano, nelle 5 carte, una combinazione vincente. Finzione.
Noi sappiamo che è solo menzogna, bugia, finzione. Chiamala come vuoi ma quello è e resta il significato. Qualcosa che non c'è, che per noi non c'è ma ci convinciamo che ci sia, che per gli altri c'è ma pensano pure che non ci sia. Qualcosa che noi stessi ci costruiamo, ci regaliamo e ci teniamo stretti, perchè la finzione, la bugia, ci aiuta a sopravvivere, dandoci l'aria che respiriamo seppur aria viziata, dandoci il cibo che mangiamo seppur cibo avariato, dandoci l'acqua che beviamo seppur acqua salata, come l'acqua che dondola sempre nel mare, senza mai fermarsi, sempre avanti e indietro.
Proprio il mare presto accoglierà il mio segreto che tanto segreto non è. E son sicuro che il mare non mi tradirà. Conserverà tra le sue onde quel che dire non riesco, lo conserverà nel buio di un velo trasparente, tra i pesci e le alghe, magari incastrato nella sabbia. Lo tirerà sù, lo butterà giù e un giorno forse lo sputerà fuori, come un tumore, come una rabbia mai provata prima, come un estraneo in un gruppo d'amici e lo affiderà a chi saprà farne buon uso.
La speranza di un arcobaleno a colori è svanita, come un miraggio sotto la pioggia. Si torna adesso alla vita di sempre, alla vita fatta da sorrisi tristi, di risate silenziose, di brillanti oscuri e di parole sussurrate a bocca chiusa.
Mi troverai fuori di qui, tranquillo come un albero in un parco, profumato come un fiore in un campo e fresco come una cascata in un ruscello. Mi guarderai nella mia normalità, mi parlerai nella mia normalità. Non ti accorgerai di nulla.
Poi ti volterai, allontanerai i tuoi capelli, i tuoi occhi e i tuoi sogni.
E quando alla sera ti metterai sul balcone a guardare la Luna e le stelle, oppure distesa sul letto a pensarti nel futuro, o quando ti troverai seduta su una spiaggia a guardare il mare sentendo nelle tue mani, le sue mani, per un attimo, un secondo effimero e rapido, più veloce di un respiro o di un battito del cuore, sentirai nell'anima un graffio lancinante. Sentirai scorrere il sangue e lo vedrai scorrere accanto a te. Sarà la mia anima che si distacca per sempre dalla tua. Lo capirai e ti sentirai sola. Poi, un secondo dopo avrai dimenticato tutto, mi avrai rigettato nel passato, mi avrai distrutto nuovamente e tornerai a brillare, splendere e ardere.

mercoledì 19 marzo 2008

Arcobaleno in bianco e nero


Un arcobaleno in bianco e nero è rimasto dopo la tempesta di vento e pioggia che hai causato con la tua partenza verso l'orizzonte, dietro una stella cadente sconosciuta che brillante era comparsa nel tuo cielo e ha rubato il tuo sguardo e la tua fantasia.
Un arcobaleno con 2 colori soltanto, che diventano solo uno nella notte, in mezzo alle ombre che dalla Luna si creano e con la sua scomparsa scompaiono. Un arcobaleno unico e raro che solo chi non sa sognare non può mai vedere, perchè il sogno appartiene solo a chi non è felice o semplicemente contento. E' una fuga dalla realtà, da una realtà che non ci soddisfa e non ci rappresenta.
Per fuggirle, per non restare morti sul campo di battaglia, possiamo solo munirci di un sogno assente al tatto, legato con le catene alla nostra mente. Dobbiamo sognarlo ogni giorno, ogni notte che dormiamo, ogni notte che vegliamo. Dobbiamo custodirlo e difenderlo da ogni tipo di risveglio. Dobbiamo coccolarlo e amarlo anche quando siamo così cinici e tristi da pensare che il sogno non esiste, che il sogno non ci appartiene, che il sogno è un sogno.
Forse si, il sogno è davvero un sogno. Ma sai quanto è bello sognare?
Lo sai?

giovedì 13 marzo 2008

Mare calmo


Mi ci voleva proprio.
Oggi quella bella corsa in spiaggia al tramonto mi ci voleva proprio.
Davanti a me una lunga distesa di sabbia, una sconfinata distesa d'acqua in moto continuo.
Ho corso in avanti con tutte le mie forze, con il sole negli occhi che trasformava in ombra tutto ciò che si poneva di fronte a lui. Una bella musica nelle orecchie.
Correvo e lasciavo dietro di me migliaia di orme, di passi che erano stati miei, che segnavano il mio allontanamento da qualcosa, forse da qualcuno. Con il mio allontanamento, mi tenevano comunque legato sempre a ciò che ero stato, forse a ciò che sono.
Il mare calmo per fortuna tornava spesso, sempre ad invadere la spiaggia e a cancellare i miei passi incerti e ormai persi, impressi sulla sabbia, tra le alghe e gli uccelli, cercatori di pesce e di cibo.
Il sudore mi bagnava i capelli e poi scendeva dalla fronte, rigando il viso e spegnendosi a terra.
Mentre correvo, pensavo a mille e più pensieri, cento e più visi, dieci e più sentimenti ma uno solo, un unico sogno. Un sogno azzurro come il cielo, fresco come il mare, bianco come il gabbiano e sempre diverso come la marea che c'era oggi.
C'era bassa marea, che avrebbe portato via di sicuro la bottiglia in cui voglio affidare questo sogno.
Poi mi sono seduto sugli scogli, laggiù sul molo. E dagli scogli vedevo le gocce del mare fuggire dietro il faro e correr via alla ricerca di un'altra spiaggia da bagnare, di altri mille passi da cancellare.
Il mare calmo mi ha regalato la sua calma. La mia anima si è zittita. Ha smesso di urlare e per qualche secondo ho davvero creduto di essere contento così.
Ho provato una sensazione strana, mai sentita prima forse. Un senso di leggerezza e di intangibilità che mal si distinguevano con la tranquillità del molo, con l'armonia del vento e il calore di un sole ormai al tramonto.
Mi ci voleva.

venerdì 7 marzo 2008

Ti prego...


No, ti prego. Non farlo. Non puoi farlo. Abbassa quella pistola che adesso stai puntando verso di me. Ti prego. Non farmi del male. Abbi pietà di me, abbi pietà di me che ti ho resa immortale nella mia poesia, che ti ho resa felice o almeno mi sono illuso di averti reso felice. Quel tuo sorriso sembrava felice, davvero felice. Io che ho sfiorato i tuoi pensieri, ho accarezzato i tuoi sogni, ho destato i tuoi sentimenti e non li ho mai raccolti. Ti chiedo in ginocchio perdono. Ti chiedo di farmi la grazia di non sentire più dolore, nessuno strazio, alcuna ferita. Non succhiarmi il sangue. Ti prego, chiudi quegli occhi e lasciami andare via da te... lontano da te... fammi scappare veloce... lasciami scavalcare l'orizzonte... lasciami perdere dentro la mia follia... lasciami correre dietro le mie stelle che cadono dal cielo e annegano nel mare della mia solitudine popolata... lasciami soccorrerle per cercare di salvarle assieme ai miei sogni che la notte costruisco per distruggerli poi la mattina appena sveglio. Voltati e fammi uscire dalla gabbia dorata che io stesso ho eretto e dove mi sono chiuso per stare tranquillo nell'ora di preghiera della tua bella rarità, fatta di dolci canti sacri cantati nella navata accanto ad un organo a canne grandissimo e grandioso. Dammi le mani adesso... stringi le tue certezze con le mie paure e intrecciale in mille nodi da sciogliere soltanto se la tua felicità non sarà figlia della mia vita, soltanto se i tuoi sorrisi sono fiori nati dalle cure di un altro cuore, di un cuore che non è il mio. Accarezzami il viso come io sto accarezzando adesso il tuo, chiudi gli occhi e sogna. Veglierò io sui tuoi sogni. Li difenderò dal male e dal risveglio. Tu però, ti prego, abbassa quella pistola e non spararmi... Abbi pietà di me!

giovedì 6 marzo 2008

Cinico


Cinico. Oggi sono cinico. O meglio, lo sono diventato.
Cinismo è il mio nome. Cognome non ne ho. Non ne voglio avere. Meno cose ho, meglio sto. Perchè legarsi alle cose e alle persone? Meno sono le nostre aspettative, meno sono i nostri bisogni, e meglio tutti quanti stiamo.
In meno cose crediamo, meno illusioni avremo dalla vita.
Amore, felicità, successo, affetto, amicizia, milan, musica e poesia.
Basta con tutto questo. Basta con gran parte di queste cose. Da oggi niente più credenze cieche, ottimiste e irreali. Da oggi solo la realtà di una non credenza vera e pura. Assoluta e vuota.
Basta col credere nell'amore della persona giusta che prima o poi arriverà nella nostra vita, che sarà da noi riconosciuta dal campanello che suonerà. La persona giusta non esiste. Esiste solo nelle favole che ci raccontano per farci sorridere da bambini prima di andare a dormire; ce le raccontiamo noi per farci sorridere quando ci guardiamo allo specchio e non abbiamo il coraggio di dirci le cose come stanno.
Basta col credere nella felicità che regna nelle cose semplici perchè io sono il primo azionista delle cose semplici, più semplici ancora della semplicità e nonostante ciò la felicità non l'ho mai conosciuta. Dicono che essa ha un profumo particolare, che non puoi non riconoscerla quando arriva. Ebbene, io non l'ho mai odorata. Io non l'ho mai vista arrivare e credo che non arriverà mai.
Quella a me concessa non è vita. Non è neanche una larva amorfa e primordiale di un timido accenno di vita.
E' un silenzio pieno di parole vuote e insignificanti, che fanno a gara per uscire fuori enon innescare nessun processo a catena di emozioni e sensazioni. Parole che si perdono nell'aria di un'aria sempre uguale e stagnante, ormai puzzolente e pesante, come una cappa di smog sulla mia città.
E in questo paesaggio che muovo i miei piccoli passi, lunghi più della gamba, che mi tengono legato sempre nello stesso cerchio perfetto e chiuso. Qui la luce è buia e la notte è sempre più lunga, senza un inizio e senza una fine. Ne uscirò un attimo prima che l'eternità diventi eterna per guardarla da fuori per un'ultima volta, accendere una candela e vedere tutto bruciare, diventare cenere e essere portato via lontano dal vento.

mercoledì 5 marzo 2008

Urlo


Discorsi al brandy e
isteriche ragazzine raggianti
sotto la luce di una quieta notte occidentale,
tessuta in melodie, clacson, frastuono d'urla e
d'auto impazzite.
D'una bruma eucarite son fatto
di spuma!
onde del mare cullanti e un Dio ebete
che m'ha rinato,
la sua coscia come grembo e
il peso del mondo come vestito elegante
che ho portato e porterò fino alla fine
del peccato.
Finirò rigenerato da ninfee
ed acque ancora sante,
esiliato e risputato,
alberi verdi e foglie morte,
un nome-un vuoto
pozzo pieno e ben gestito,
so di certo cosa dire:"sempre pronto
all'evenienza/avvenirese
ci fosse?
meglio inventarsi qualche cosa di diverso.
"Dei reietti nel
ghetto,
accomodati in strane pose e composizioni televisive,
sguardi offesi,
è l'ultimo sospiro!
cosa farai quando il sogno sarà finito?
Propaganda d'anime e
di corsi inquinati,
si ribella la terra e abbandona la causa,
tempo irrisorio e pieno di resa,
lei non ne parla e lui
si rifiuta, la luna tace ed il
sole sputa!
Ecco che torna a chiedere amore
quel pazzo uomo privo di cuore,
come dire del pianto e del
dolore in tempo sordo e
annacquato?
Sono un angelo
bruciato,
armato del sapere e del mio peccato,
da molte vite la terra
ho calpestato, cercando
la luce ed un sorriso ormai
perduto;
la nota ora stona e lo sguardo s'arrende,
giudica e condanna la solita gente!
loro non sanno e mai capiranno,
le ali le ho perse con rabbia ed inganno...
Sono qui, sono ora e
pronto,
stò arrivando nel giardino dei maledetti
e dei
sognatori...
*Jim/bo?*

martedì 4 marzo 2008

Cosa siamo noi?


Cosa siamo noi?
Siamo quello che non siamo. Per gli altri siamo quello che non siamo per noi. Crediamo di essere ma semplicemente non siamo. Non siamo perchè in fondo siamo diversi da come secondo alcuni siamo, perchè i sentimenti che ci spingono sono del tutto personali e soggettivi, incomprensibili, lontanamente capibili dagli altri. E nella loro diversità, i sentimenti sono i tratti più caratteristici di quello che siamo.
Noi siamo quello che non siamo. Non lo siamo perchè non ci piace essere come siamo e quindi appariamo diversi da quello che siamo in realtà, a tal punto che ci convinciamo di essere diversi da quello che siamo, e convinciamo anche gli altri, che si convincono appunto di averci compreso e aver compreso quello che siamo, non comprendendo invece che quello che siamo in realtà è diverso da quello che siamo, che quello che siamo in realtà è quello che non siamo.
Che duro lavoro essere quello siamo. Un lavoro quasi impossibile. Per questo ci accontentiamo di essere quello che non siamo, anche davanti allo specchio del nostro bagno, dopo una doccia tonificante e ripulente dalla stanchezza e dalla maschera del giorno o della notte. Ci accontentiamo di essere quello che non siamo per apparire agli altri quello che loro pensano che noi siamo, nella speranza che quello che siamo non vengo mai fuori, restando sempre legati a quello che non siamo.
E' un discorso difficile lo so. Ma alle domande difficili seguono sempre risposte più difficili ancora e la domanda "cosa siamo" è parecchio assai difficile
Quel che siamo lo siamo perchè vogliamo esserlo o perchè dobbiamo esserlo?
E chi ci impone di essere qualcosa che non siamo?
E' forse la vita che ce lo ordina? O l'amore? Il destino o il successo? O forse l'insuccesso.
Secondo me siamo noi a voler essere quello che non siamo perchè così come siamo sappiamo che la felicità non arriverà mai. E' per cercare di raggiungere la felicità che diventiamo quello che non siamo e ciò che siamo diventa ciò che non siamo. La felicità allora si riduce a ciò che non siamo. Ciò però comporta che ciò che siamo è per natura infelice.
Ciò che siamo è infelice?

lunedì 3 marzo 2008

Il senso della vita


La vita... che senso ha la vita?
Una domanda che spesso sentiamo rivolgere e rivolgerci, che spesso noi stessi ci poniamo in attesa di ricevere una risposta che sia almeno un pò in linea con quello che ci piace sentire dire.
Secondo me, il senso della vita sta nella ricerca e nel ritrovamento di un'altra persona uguale a te ma allo stesso tempo diversa, da amare e proteggere, con le spalle, con le carezze e con i baci. Una persona uguale perchè del genere umano, con 2 mani, 2 braccia, 2 orecchie e un solo cervello citando il Daniele Silvestri di qualche anno fa, ma diversa perchè pensata imperfettamente perfetta, in grado di elevare a paradiso qualsiasi luogo o tempo sporco, impuro, macchiato. Una persona che con un sorriso riesca ad illuminarti come se lei fosse il sole d'estate e tu un ombrellone da spiaggia conficcato nella sabbia.
Il senso della vita è trovare un paio di occhi da guardare con amore, due mani da tenere strette in una passeggiata, e un'anima che si fonda con la tua.
Si, forse il senso della vita è amare, senza per forza sentirsi amati, perchè ti basta il tuo amore per entrambi, perchè quando si sta insieme a qualcuno, si condivodono le emozioni e i sentimenti, e ci si sente sempre un pò meglio di come in realtà si è.






Lasciami qui
Lasciami stare
Lasciami cosi'
Non dire
una parola che
Non sia d'amore
Per me
Per la mia vita che
E' tutto quello che ho
E' tutto quello che io ho
e non e' ancora
Finita
Finita...