martedì 17 novembre 2009

Ragazza che non ho (Jack Folla)



Ragazza che non ho, ti ho gia scritto una volta, ero più giovane dentro e fuori, sognavo che dal buio fiammante della radio potessi uscire tu, con il mio sos di carta fra le dita e uno di quei sorrisi che sembrano dire: “perché ti meravigli tanto, Jack?
Non hai mai visto uscire una ragazza da una radio?”
Avrei guardato le tue gambe svelte scavalcare la finestra nera della mia Sony, ti saresti lasciata ammirare col vestitino di carta giapponese con i fiori d’acqua
E tutti i miei problemi si sarebbero accucciati in un angolo come un cane pentito, perché avevo osato dubitare della materia dei sogni.
Vedi ragazza, credere nell’impossibile è stata la causa di tutti i miei guai e di tutte le mie grandezze. Io ho puntato su tutte le roulette, ho guidato contromano nella notte, sono andato in spiaggia con le scarpe d’inverno e mi sono steso in cappotto davanti al mare bruciante, perché disprezzavo i luoghi comuni e, così non ho mai smesso di credere che esisti; che esistono ragazze che escono dalle radio con i vestiti a fiori.
E questo lo devo a mio padre, che mi insegnò ad osare...
Ecco perché ti ho riscritto e imbuco la mia busta nell’universo.
Non sono così sciocco da credere che tu non verrai mai : i miracoli sono più reali dei soldi, la verità è che temo di deluderti.
Sono scorbutico, e pieno di dubbi e non ho mai imparato a ballare.
Ti annoieresti, temo, e dopo qualche minuto di silenzio mi diresti: usciamo ?
E non mi va di uscire, e poi stasera in televisione c’è il mio documentario preferito, e di là la cena è apparecchiata per uno.
E poi ho l’ansia da prestazione, va bene?
Tu hai fatto l’amore fra le stelle io in letti da serie B, e la sigaretta dopo... era l’orgasmo.
Attenta, non credermi ragazza che non ho, il mio è un vecchio gioco.
Provocare miracoli e smettere di stupirsi l’attimo dopo.
Se a quel punto te ne andassi via, sarei perduto: siamo mezzi uomini, mezzi maghi, eterni bambini.
Non credermi, basta! Portami fuori!
È una sera così dolce, ci sarà pure da qualche parte una balera deserta dove potrai insegnarmi il ritmo semplice della vita.
Ragazza che non ho, stanotte saremo in tanti ad attenderti lo sai?
Tu fai così, non pensare a me!
A forza di credere ai miracoli, io ho imparato a reggerne l’assenza; ma uno, questa notte, uno almeno di noi, fallo felice!

di Diego Cugia

sabato 14 novembre 2009

Gemma di saggezza

Avevo 16 anni... era sera... e da tempo ruminavo la frase di Descartes: "Penso dunque sono". Riflettevo da parecchio tempo... e facevo ogni volta il viaggio da questa realtà vivente che in me corrispondeva a "io penso" e "io sono" fino a queste parole, per caricarle... del loro vero senso. Era un lavoro difficile, ero sfinito, lo scatto che mi avrebbe rivelato il significato misterioso... della frase non si manifestava, ma a un certo punto, un altro scatto , che non mi aspettavo,... si produsse e in un attimo... mi sono ritrovato nel retroscena impossibile e inconcepibile di questo "io" che pensava...
Parlo di un cambiamento inaudito, di una rivoluzione inimmaginabile, e allo stesso tempo non c'è l'ombra di un cambiamento e questo proviene dalla natura della cosa che appare, che non è un oggetto, ma la prima persona... l'esistenza stessa... che non è "qualcosa" nel senso che diamo abitualmente a queste due parole, che esiste infinitamente, ma lascia intatto... colui di cui sconvolge la vita.
Stéphen Jourdain

martedì 13 ottobre 2009

The Crystal Ship


Stasera mi trovavo sul balcone di casa, stavo mettendo dei vestiti ad asciugare al vento, mi son voltato e ho visto che già c'era stato il tramonto e che il cielo era diventato di quel blu scuro, tipico notturno, che tu non sai mai se considerare blu, viola o nero.
Erano le 19:48 e la prima considerazione che ho fatto è stata questa qui: il tempo passa veloce.
Passa anche se noi non ce ne accorgiamo. E' incurante di tutti noi. Fino a qualche settimana fa, alla stessa ora magari mi trovavo ancora sotto il sole in spiaggia o nel mezzo del caldo e di una corsa attorno ad un campo sportivo; mentre oggi mi trovavo al buio, sotto la luna già splendente e col cielo puntellato dalle stelle.
Si, il tempo passa su di noi, nel silenzio e anche nel rumore, nascosto o allo scoperto e noi non possiamo fare nulla per fermarlo.
In nessun modo possiamo vivere qualcosa che non abbiamo vissuto indietro nel tempo, non possiamo rivivere qualche che abbiamo vissuto indietro nel tempo. Ciò che ci rimane è sperare che un giorno, in un futuro prossimo, possiamo vivere ciò che nel tempo passato non siamo stati capaci a vivere. Possiamo sperare che il tempo sia così galantuomo da darci una seconda chance, per afferrare meglio e prima la felicità che ricerchiamo sin dalla nascita.
Insieme al proposito, mi rimane una promessa e una canzone.
La promessa è di non perdere più altro tempo, non lasciare che il tempo passi cancellando ciò che non ho saputo vivere.
La canzone è questa qui.. che sin dal suo primo ascolto mi ha fatto sempre sentire chiaramente dentro di me il lento ma inarrestabile passare del tempo.



venerdì 18 settembre 2009

L'elogio della lumaca (2° round)


Continuo nel mio personale e sentito elogio della lumaca, questo essere, questo animale.. La lumaca è un'animale? Per me anche in questo sta la sua natura speciale. Non so dove archiviarla, dove catalogarla. Un pò come le cose belle della vita, che appunto perchè cose belle, escono fuori da qualsiasi tipo di definizione e anzi, nascono e restano per sempre indefinibili. Lo stesso tentativo di definirle sarebbe vano e pericoloso, in quanto minaccerebbe di sporcare con le sue gabbie ciò che per natura nasce infinito e libero.La lumaca esce dal terreno con la pioggia perchè della pioggia è innamorata e approfitta del fatto che con la pioggia la gente si ritira nelle proprie case per uscire e poter fare un giro per il mondo con la tranquillità di chi non ha fretta di arrivare. Perchè affrettarsi tanto? se la meta è una, lì si deve prima o poi arrivare e allora perchè affrettarsi?!?Dal cielo cade la pioggia e la lumaca esce fuori e contenta può guardare ciò che c'è tra la luna e la sua stella fidata. Può guardare e innamorarsi di ciò che vede, di quella luna con la gobba a sinistra e di quella stella luminosa e di tutto quello che esse contengono in mezzo a loro.La lumaca vede attraverso la notte, nel buio solo parzialmente attenuato da quella luna e da quella stella.La lumaca è silenziosa, discreta. Non fa notare la sua presenza ma c'è sempre. Si può non vederla, perchè magari è nascosta in un angolo, sotto una scopa o attaccata al tetto. Di sicuro non la si sente arrivare, però è lì a vedere, provvedere, controllarci e proteggerci dalle brutture che ci possono capitare. COl suo movimento delle sue piccole antenne vuole di certo dire qualcosa, un consiglio da regalare o un desiderio da realizzare. La lumaca ci mette in guardia quando si ritira dentro la sua conchiglia perchè evita in questo modo di guardare ciò che sta per accadere. Si rifiuta. Non vuole sporcarsi lo sguardo e ci invita a non sporcare il nostro.La lumaca è saggia. Silenzio e pazienza sono le sue qualità. Il coraggio la sua natura.

giovedì 30 luglio 2009

L'elogio della lumaca


Esiste un elogio della follia ed esiste un elogio della mosca. Non so se esiste l’elogio della lumaca. Io comunque ho desiderio di farlo. Voglio elogiare la lumaca, per la sua esistenza, per il suo ruolo, per la sua fine.
La lumaca è sempre vista da tutti come la noia materializzata. Lenta nel suo incidere. Millimetrica. Sembra sempre ferma. E invece si muove. Si muove più di quanto noi stessi pensiamo o siamo capaci a fare, perché la lumaca sogna durante il suo impercettibile cammino e ha una mente così aperta e sognatrice che sempre, sempre, sempre, lei si immagina di fare chissà che cosa e in compagnia di chissà chi, in un posto del mondo qualsiasi. Non deve essere per forza quel muro bianco su cui si sta arrampicando o quel tronco di gelso in mezzo alla campagna. La lumaca sogna anche posti mai visti, conosciuti solo perché sentiti nominare dagli altri. Spesso sogna posti che non esistono.
La lumaca ha dei sentimenti. Per questo si porta sempre con sé, dietro di se, sulle sue spalle, il peso dei suoi ricordi e della sua casa, di quello che è stata. Non dimentica mai ciò che è stata. Non si fa abbattere dal peso del suo passato. Ne va orgogliosa e orgogliosamente lo va mostrando lungo tutto il suo infinito cammino. La lumaca ha paura del futuro ma nonostante ciò lo affronta e non si tira indietro. Lascia sempre dietro di sé una scia, un solco, utile per ritrovare la strada appena percorsa.
La lumaca forse pecca d’ingenuità ma non è cattiva. Proprio non riesce a vedere la reale natura delle cose, tende a sminuire e sminuirsi ed è allora che interpreta male ciò che le accade. Non afferra al volo il significato di un saluto, di un bacio o di un sorriso da parte di un’altra lumaca. Li bolla come tutt’altro. Salvo poi capirlo successivamente, dopo un po’ di tempo, con lentezza e magari rimpiangere, provare rimorso o più semplicemente provare a rimediare. Ma il tempo è già passato ed è difficile che il passato diventi presente per un uomo o un animale veloce. Figuriamoci per una lumaca.
Ecco, la lumaca a volte capisce lentamente le cose che le accadono. Credo sia l’unico suo difetto. Per il resto è perfetta di suo. Perfetta nella sua imperfezione, come qualsiasi altro essere vivente.
La lumaca pensa, ama, sogna. Cammina, viaggia. Lentamente. Impercettibilmente. Ma all’infinito.
(to be continued..... maybe)

sabato 25 luglio 2009

La lettera di Marina


Sabato, 22 giugno 2003, ore 17:07…

Caro Alessandro, spero che tu abbia mantenuto la tua promessa! Quando leggerai questa lettera, io sarò già partita. Sono tante le cose che vorrei dirti. Tante già le sai. Altre non te le ho mai dette, forse perché dire certe cose mi spaventava. Potevo sembrare stupida davanti ai tuoi occhi…oppure la solita chiacchierona. E così ho preferito non dirle e tenerle tutte per me e un po’ le ho tenute io per te. Ma adesso non devo avere più paura. Ormai sono partita e non c’è più la possibilità di doverti guardare negli occhi e parlarti e reggere il peso del tuo sguardo. Sono solo parole scritte su un foglio di carta, come tanti altri, ma sono parole che sento veramente mie e che è arrivato il momento di condividerle con te. Sin da quando ci siamo conosciuti, da quell’estate di 3 anni fa, ho sempre pensato che tu non sei uguale agli altri. Tanti cercano solo di apparire forti, super, unici. Tu invece sei diverso. Tu ti sei presentato per quello che eri veramente. Sei unico senza fare nulla per esserlo. Facevi di tutto per stare un po’ con me, ma poi subito ti bloccavi. Giravi lo sguardo dall’altra parte se ci incrociavamo, tremavi se stavamo troppo vicini. Eri buffo, tenero, dolcissimo. Le mie amiche mi chiedevano cosa ci trovavo in te. Non capivano come poteva piacermi un ragazzo così insicuro, e io rispondevo che mi piaceva la tua timidezza, il rossore sul tuo viso se ti davo un bacio sulla guancia, la tua fretta di cambiare discorso se ti parlavo di noi. E poi mi piaceva il modo in cui mi guardavi. Sembrava che non esistesse nessun’altra cosa per te. Solo io e basta. Mi facevi sentire l’unica. Hai impiegato più di 2 mesi per dirmi una cosa che già si leggeva nei tuoi occhi da tantissimo tempo. Sei stato il mio primo vero amore e avrai sempre un posto speciale nel mio cuore. Nel periodo in cui siamo stati insieme, non siamo sempre andati d’accordo, un po’ per colpa mia, un po’ per colpa tua. Cercavo di cambiare qualche aspetto del tuo carattere, non capendo che non potevo; e tu a volte eri un po’ troppo testardo…ma non cambierei nulla del nostro passato. Sto mentendo. Forse qualcosa invece la cambierei. Quel pomeriggio ai giardini, davanti la nostra quercia, ricordi? Quando ero tornata da Parigi e ti ho dato il mio regalo. Cambierei la mia risposta. Se potessi tornare indietro, non ti farei andare via. Sono egoista, lo so, ma quel pomeriggio non capivo a cosa io stessi rinunciando. Da quel giorno, nei tuoi occhi non ho più visto l’amore che provavi per me, non ho più visto la dolcezza e l’adorazione, ho visto solo tristezza. La stessa tristezza che aveva riempito anche i miei occhi. Quando poi realizzai cosa avevo perso quel pomeriggio, tu ormai avevi deciso di dimenticarmi, e io non ho voluto, oppure non ho potuto, convincerti che non doveva finire in quel modo. Con tanto dolore, avevi già iniziato a dirmi addio, e da quella sera nella mia auto, ho cominciato anch’io a dirti addio. Si vede che doveva finire così. Tante cose ormai ci dividono, 2000 e passa chilometri ci separano, e le cose non credo che miglioreranno. Non te l’ho mai detto, ma la mattina che hanno buttato giù la quercia, la nostra quercia, sono stata ai giardini, per vedere per l’ultima volta il simbolo del nostro amore. Quella quercia aveva visto tutto di noi e quella mattina, dicendole addio, ho salutato per sempre anche noi. E così ora mi ritrovo qui. Distesa sul mio letto. Ho addosso la maglietta che mi hai regalato tu la scorsa estate, quella bianca con tutti quei cuoricini rossi disegnati, sto ascoltando ormai per la 17° volta di fila “Polly”, la mia canzone, quella che il giorno dopo che ci siamo lasciati, ho richiesto con un messaggino alla radio. Le pale del ventilatore girano veloci e quasi mi sento ipnotizzata, e penso alle stesse eliche dell’aereo che domani mi porterà via. Ti ho detto una stupidaggine, lo so. Gli aerei ormai non hanno più le eliche, ma quello di domani mi porterà veramente lontano da te. Verona, la città di Romeo e Giulietta. Buffo vero? Non ci vedremo più. E se ci vedremo, saremo diventati dei “quasi estranei”. Ci saluteremo con una stretta di mano, descrivendo tutti gli anni passati lontani con un semplice “tutto bene, grazie”. Cosa provi a pensarlo? Io provo tanta tristezza, malinconia e desolazione. Partendo, lascio qua oltre che il mio primo vero amore, anche il mio migliore amico e con lui un grosso pezzo del mio cuore. Sanny, ti dico l’ultima cosa importante che sento di dirti: ti amo. Non ti dimenticherò mai. Per sempre tua, Marina…..

P.S. Non te l’ho mai chiesto, ma quale foto hai messo nella cornice che ti ho portato da Parigi? Hai messo la nostra ultima foto? Io la mia l’ho messa nella cornice accanto al cuscino.

(tratto da Liber, sull'onda del ricordo)

lunedì 20 luglio 2009

Pari e dispari


E’ un campo sconosciuto la matematica e in particolare la numerologia per un ragazzo che studia materie umanistiche e che di tanto in tanto scrive. Eppure, dietro ogni numero e dietro ogni combinazione di numeri, c’è una filosofia e un filone di pensiero.
Pari o dispari?
Meglio il numero o meglio il numero dispari?
Ebbene, ho sempre preferito il numero dispari. Sarà che il dispari è visto dall’esterno come quel numero tendente alla solitudine o a restare solo. In questo caso il numero uno inganna tutti. Però, nonostante questo, ho sempre scelto il dispari ad esempio quando da bambino si facevano le “conte”. E lo scelgo ancora oggi.
Il numero dispari è per me ciò che di bello c’è nella matematica, perché non è perfettamente divisibile per due e a causa di ciò lascia sempre qualcosa come resto. Che belle le cose che lasciano i resti, a differenza delle cose che arrivano, passano e vanno via, lasciando il nulla dietro i loro passi.
Il numero dispari invece lascia un resto , una traccia di sé, di quello che è stato. Il numero dispari non dimentica e non viene mai dimenticato.
E’ questa la bellezza di questo numero. Un numero che al tempo stesso viene visto in modo corvo dagli altri perché tendente alla solitudine e poi lascia sempre un resto quando si divide in due.
La vita. La mia vita.
Io sono un numero dispari. Tendente alla solitudine, che però quando decide di dividersi in due e iniziare una vita in due, allora fa di tutto per lasciare dietro di sé una traccia del suo passaggio e della sua esistenza.
Tutto ciò che il numero pari non fa. Si divide in due e poi il nulla. Scomparso per sempre, senza una traccia che possa portare a lui. Come se non fosse mai esistito.

domenica 12 luglio 2009

L'arte di essere felici: Massima 13


Tratto dal libro "L'arte di essere felici" di Arthur Schopenhauer.


Se si è sereni, non chiedere per giunta a se
stessi l'autorizzazione a esserlo,
stando lì a riflettere se si ha per davvero motivo
di essere sereni da tutti i punti di vista.

mercoledì 8 luglio 2009

Perchè corro


Non importa dove si arriva. Ciò che conta è partire. Iniziare a correre e vedere la realtà davanti ai propri occhi mutare, cambiare forma e colore; perdere i suoi confini ben definiti e mischiarsi, l'albero con la sabbia, le foglie con il cielo, l'asfalto con le macchine.
Solo in questo modo si ha la piena consapevolezza che si sta correndo. Non esistono altri artefizi, altri metodi o diavolerie. Neanche ci si può fidare del giudizio altrui, esterno alla nostra persona, perchè tale giudizio può essere facilmente influenzato da falsi punti di riferimento o da errati punti di vista. Invece, il senso della vista e del tatto ci vengono in soccorso facendoci apprezzare in tutto il suo dolce sapore, il gusto della corsa, del movimento, del cambiamento.
Perchè la corsa è sinonimo di cambiamento. Di evoluzione. Forse negativa. Ma di certo evoluzione.
Non importa dove si va e dove si arriva. Conta che si sta andando e contano tutte quelle cose che durante la corsa si pensano. Sono quelle cose che colorano la nostra giornata, che ci regalano sorrisi, a volte luminosi a volte un pò cupi; ci regalano emozioni forti e anche qualche paura.
Prima o poi da qualche parte si arriva. E' logico. Ogni cosa al mondo, salvo poche, pochissime, rare eccezioni, ha un suo inizio e ha una sua fine. La corsa è tra queste.
Ha un inizio e ha una fine.
Io per tali motivi corro... E se qualcuno dovesse domandarmi perchè corro.. allora io rispondo come ha risposto Forrest Gump: "Corro perchè mi va di correre"



lunedì 29 giugno 2009

Inseguito dai porcospini di Schopenhauer

Da qualche giorno mi sento perseguitato da alcuni porcospini. Si tratta dei porcospini di Schopenhauer.
Leggo un libro ed ecco lì il riferimento ai porcospini... apro il mio profilo di facebook e ecco anche lì il riferimento a questi famosi porcospini..
Insomma, essi mi seguono, mi affiancano, mi guardano e poi mi superano; si nascondono dietro un angolo in modo di uscire di nuovo allo scoperto quando anch'io arrivo a quell'angolo.
Per chi non conoscesse la storia dei porcospini di Schopenhauer, eccola qui (la cito anch'io nella speranza che mi lascino un pò in pace e inizino a seguire voi):

Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d'inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l'uno dall'altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell'altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.
(A. Schopenhauer, Parerga e Paralipomena, II, 2, cap. 30, 396)

sabato 20 giugno 2009

Piove


Sai, sta piovendo, così come piove lì, nella tua città, lontana chilometri e chilometri dal mio piccolo paese. Ad un tratto il sole di stamattina è scomparsa dietro ad alcune nuvole scure e cariche, il caldo è però rimasto.
In compenso piove e mi piace pensare che entrambi, io e te, siamo sotto la stessa pioggia. Mi piace pensarlo per sentirmi vicino a te anche quando, come adesso, fisicamente tanto vicino non sono. Mi piace pensarlo in modo di sentire sulla mia pelle il tuo sguardo, quello sguardo che mi fa sentire speciale, quello sguardo che solo tu riesci a regalarmi.
Sono uscito fuori e mi son fermato proprio sotto la pioggia. L'ho fatta cadere su di me e poi scivolare dal volto in basso e sulle braccia. Mi sono sentito come se fossi abbracciato da te. Mi sono sentito coccolato, custodito, protetto. Spero che la stessa sensazione l'abbia provata anche tu.
Poi ha smesso di piovere e sono rientrato. E' durata pochissimo, lo so, ma è stato ugualmente bello. Sentirmi accanto a te, anche per un secondo, mi emoziona sempre.
Mi basta poco per essere felice, mi basta anche un tuo sorriso.
Ora vado. Esco di nuovo fuori, portandoti con me nel cuore.
Ha ripreso a piovere.

venerdì 19 giugno 2009

Il nostro ballo


Play.
Ecco l'ho premuto.
Iniziano le note a susseguirsi e ad uscire dallo stereo, diffondendosi nella stanza, roteando nelle nostre menti. Entrano dalle orecchie e si dondolano dentro le nostre teste, sfiorano gli occhi, si spingono e si abbracciano fra di loro.
Anche noi due ci avviciniamo, ci abbracciamo e insieme ci spingiamo, lì dove inizia la felicità e finisce la pena, dove inizia la passione e termina il dolore.
Prima un piede e poi l'altro ed inizia il nostro ballo.
Tengo stretta la tua vita con una mano e con l'altra mano legata alla tua mano ti conduco avanti e indietro, poi di fianco. Adesso rallentiamo. Si, andiamo più veloci. Fermiamoci. Distendiamo le gambe e i busti facciamoli ruotare. I miei occhi si perdono dentro i tuoi occhi. I miei sogni si mischiano ai tuoi sogni.
Rincorriamo il tempo allungando una gamba e facendoci seguire dall'altra.
La tua mano sinistra sulla mia spalla mi fa sentire la tua leggerezza e tutta la tua fiducia. Balliamo da soli al centro della stanza come fossimo solo noi al mondo, perchè solo di noi a me importa, di te e di me. Nulla mi distrae se non il tuo viso appassionato e dritto verso di me. Le tue labbra m'invitano al bacio, i tuoi capelli m'invitano alla carezza mentre le note non si fermano. Aumentano. All'infinito. Piene di dolcezza e di armonia.
Volteggiamo nell'aria e sembriamo due ali di una stessa farfalla.
Non fermiamoci. Balliamo ancora... in eternità!

martedì 16 giugno 2009

Soli non siamo mai..



Soli non siamo mai.
Soli non lo siamo mai perchè in ogni attimo dei milioni di attimi che formano la mia giornata sei chiusa dentro la mia testa, navighi nei miei pensieri, dondoli tra le stelle dei miei sogni. E dentro la mia testa hai posto il tuo trono e tu, Regina, lì ti siedi e ti fai guardare da me, in adorazione e nel sospiro che nulla ti accada, nulla di cattivo o di brutto, perchè per te voglio solo il bene e la felicità. Per te voglio il caldo giallo di un raggio di sole sul corpo o il fresco dell'azzurro di un'onda del mare sul viso. Voglio il profumo di una rosa dentro il tuo corpo o l'allegria di un sorriso dentro i tuoi occhi.
Soli no, non lo siamo, perchè anche separati siamo una coppia o una cosa sola, scegli te. Lascio a te questa scelta. Per me va bene tutto. A me va bene tutto ciò che ti include e tu con me, in me, dimori da quando ti ho conosciuta e ho potuto godere della luce della tua persona, della tua mente e della tua risata, dell'arguzia delle tue parole e della simpatia dei tuoi scherzi. Ancora non ti conoscevo, non sapevo neanche della tua esistenza e già ti cercavo. E' strano vero?
Cercavo proprio tutto quello che tu hai. Cercavo la tua bellezza, la tua purezza, la tua lucentezza nel buio, la tua semplicità.
Cercavo anche la tua rabbia quando faccio qualcosa che non ti piace perchè son sicuro, e in fondo lo sai anche tu, più di 2 secondi, i nostri cuori non rimangono lontani. Sono come calamite. Si attraggono e si avvicinano sempre. Di continuo.
Soli non lo siamo mai. Io ho in mente te e tu hai in mente me. Sempre.


venerdì 5 giugno 2009

Vuoi sapere dove sono?


Mi chiedi dove sono?
Ecco, dove sono.
Sono dove mi hai lasciato l'ultima volta, precisamente in quel punto, fermo a guardare dalla finestra la gente passare, col pensiero rivolto unicamente a te. Provo ad immaginarti, ad immaginare cosa tu stia facendo, con la speranza che il buio esista solo fuori dalla mia finestra e che nella tua stanza invece ci sia tanta luce, un'infinita luce. So però per certo che così non è e allora mi auguro che almeno ci sia un pò meno buio rispetto a quello che sta attorno a me.
E' difficile camminare al buio, si rischia sempre di urtare qualcosa, di romperlo forse o di farlo cadere senza però causare grossi danni. Ma in 2 si cammina più sicuri, si cammina meglio. Non si ha paura di nulla, neanche di ciò che non si vede. In 2 si hanno più occhi e si è così leggeri da sembrare di volare.
Ecco dove sono.
Sono dove mi puoi trovare.

martedì 26 maggio 2009

La storia del soldato e della principessa

Esistono dei film che mi emozionano sempre, nonostante io li abbia visti decine e decine di volte. Tra questi c'è "Nuovo Cinema Paradiso" di Giuseppe Tornatore.
Proprio da questo film, traggo una delle storie più romantiche io abbia mai sentito: la storia del soldato e della principessa.

"...Una volta un re fece una festa e c'erano le principesse più belle del regno. Ma un soldato che faceva la guardia vide passare la figlia del re. Era la più bella di tutte e se ne innamorò subito. Ma che poteva fare un povero soldato a paragone colla figlia del re! Basta!
Ma, finalmente un giorno riuscì a incontrarla e le disse che non poteva più vivere senza di lei. E la principessa fu così impressionata del suo forte sentimento che disse al soldato:
“Se saprai aspettare cento giorni e cento notti sotto il mio balcone, alla fine, io sarò tua.”
Ma, subito il soldato se ne andò là e aspettò un giorno, due giorni e dieci e poi venti. Ogni sera la principessa controllava dalla finestra ma quello non si muoveva mai. Con la pioggia, con il vento, colla neve era sempre là. Gli uccelli ci cacavano in testa e le api se lo mangiavano vivo ma lui non si muoveva.
Dopo novanta notti era diventato tutto secco, bianco e gli scendevano le lacrime dagli occhi e non poteva trattenerle poiché non aveva più la forza nemmeno per dormire... mentre la principessa sempre lo guardava.
E arrivati alla novantanovesima notte il soldato si alzò, si prese la sedia e se ne andò via
”.



Anch'io ti attenderei anche 100 giorni e 100 notti...

lunedì 25 maggio 2009

Non chiedo altro..


Ogni giorno che passa nella mia vita mi fa capire sempre di più, in maniera più forte e decisa, profonda e assoluta, l'importanza e la bellezza infinita del dono che ho ricevuto conoscendoti. Mi lascia la piena consapevolezza di noi.
Mi sento come una clessidra piena di sabbia. Mi rivolto e lentamente mi riempio ancora della tua sabbia, della tua vita e del tuo amore.
Non chiedo altro che il tuo amore, perchè io quello desidero e per quello ho vissuto, vivo e vivrò.
Non voglio la luna o le stelle. Non voglio il mare o il sole. Non voglio la ricchezza o la salute. Voglio il tuo amore, puro e sincero, come è oggi.
Voglio solo prenderti per mano, voltarmi su un lato e trovarti. Chiudere gli occhi, riaprirli e trovarti ancora.
Mi entri sempre più dentro, come una lama, come una spina, come un respiro d'aria pulita e mi permetti di vivere.
Grazie.
Grazie.
Grazie davvero.

venerdì 8 maggio 2009

Il vento ci porterà


Amore, siamo leggeri come due piume che nell'aria danzano tra i raggi del sole che splende alto, in mezzo al cielo azzurro che da giorni ormai illumina le nostre giornate e le nostre vite. L'aria è calda e fuori di casa si sta bene. Si respira il caldo e nei nostri corpi si accendono le nostre anime come se fossero due fuochi incandescenti, di continuo alimentati da legna forte e duratura. Nessuna ombra però, nessun fumo ci oscura. Siamo lucidi e brillanti come due stelle.
Come le stesse stelle che ci seguono nelle nostre nottate, trascorse mano nella mano o stretti in un abbraccio unico come fossimo un corpo unico, un pensiero unico, un sogno unico.
Siamo come due petali di una stessa rosa che vengono trasportati dal vento e disegniamo grandi onde di dolcezza e fragilità.
Siamo come due sogni che, stanchi di essere sogni felici ma isolati, hanno deciso di unire i loro fili sottili e diventare un solo e grande sogno di felicità infinita. Nulla ci spaventa, tranne la paura che un bel momento, il sogno svanisca e uno dei due si svegli dal sonno.
Sai che ti dico invece?
Ti dico che io sono già ben sveglio. Lo sono sempre stato. Anche quando sembrava che dormissi, anche quando ho chiuso gli occhi e nel buio ti ho baciata.
Non sono mai stato così sveglio e non sono mai stato più convinto di adesso che quello che sto vivendo mi piace, mi rende felice, mi fa sentire vivo e per nulla al mondo voglio smettere di vivere, di viverlo, di viverti.
Nulla al mondo mi potrà far cambiare idea.
Mi lascerò trasportare dal vento e da lui mi farò portare sempre più spesso da te, per vederti, per parlarti, per sussurrarti, per sospirarti, per sfiorarti. E un giorno a te mi aggrapperò e non andrò più via.
Mai.




domenica 5 aprile 2009

Se io fossi capace


Se io fossi capace, ti assicuro, che scriverei per te i versi più belli che siano mai stati scritti per una ragazza da parte di un ragazzo, sognante, adorante e interamente avvinto dal sentimento dell'amore. Sarebbero versi più dolci dello zucchero, più infiniti del mare e più fragili di un granello di sabbia. Sono sicuro che ti piacerebbero, come ti piace la frutta matura, come ti piace l'insalata senza olio e senza sale e come ti piace il latte per colazione.
Purtroppo non sono capace e penso che tu ti debba accontentare di queste sole parole che qui leggi. Mi auguro che i tuoi occhi e la tua mente vogliano leggere tra le pieghe di ogni singola parola tutto ciò che di intangibile e di sacro resta nascosto, tutto quell'amore che ti urlerei se potessi salire su una bicicletta e pedalare, sino a perdere il fiato, sino sotto casa tua, e una volta giunto lì, aggrapparmi al balcone e tentare la salita. Salirei sospinto dal vento della passione, sulle ali della felicità, legato ad una corda di speranza.
Tutto questo lo farei per te e soprattutto lo farei per me, perchè grazie a te sono felice. Io sono felice. Sì.
Mi stupisco ancora quando lo dico. Non immaginavo neanche più di poter un giorno guardarmi allo specchio senza quell'impressione mista di delusione procurata e subita. Ero deludente e allo stesso tempo deludevo me stesso.
Oggi mi guardo allo specchio e vedo un viso brillare d'allegria e felicità, una mente sognare mille sogni soffici e morbidi come cuscini di seta e sento ovunque una musica soave riempire i silenzi che ancora mi circondano.
Se fossi capace scriverei per te i versi più belli che siano mai stati scritti però io non sono capace, per cui ti prego di accettare ugualmente questi. Essi custodiscono uguale l'amore e l'adorazione che solo un uomo innamorato può provare per la sua donna amata.
Perdonami...


giovedì 2 aprile 2009

Il tempo che mi separa da te


Tante facce girano attorno alla mia; mi guardano e mi fissano mentre qualche altra m'ignora. Ci sono occhi che mi seguono e che memorizzano lo spazio dei passi.
Ci sono rumori che sento e che mi fanno pensare alla tua lontananza perchè sono rumori che si generalmente si fanno in coppia e io invece mi ritrovo a far da solo.
Parlo del rumore dei piedi che scendono gli scalini di una scala o che calpestano le foglie che, nonostante la primavera, s'incontrano sui marciapiedi o di fianco alle mura delle case.
A volte mi fermo a calcolare il tempo che impiega la porta di casa a chiudersi, dopo essere stata aperta da me stesso quando voglio uscire. Impiega giusto il tempo di permettere ad una persona sola di uscire. Lo stesso tempo non basterebbe se prima di me o dopo di me uscissi anche tu dalla mia casa. Chi rimarrebbe dietro rischiarebbe di rimanere incastrato o addirittura ancora dentro.
Tristezza?
No. Nostalgia.
Nostalgia per un tempo in cui si era insieme e insieme affrontavamo le 24 ore del giorno, sia quelle di luce sia quelle di buio, in cui vivevamo e ci vivevamo a pieni polmoni, senza alcun indugio. Erano belle giornate quelle. Piene di sole e di vento caldo che soffiava tra i nostri capelli mentre uniti da 2 mani inseparabili vagavamo per la città, in lungo e in largo.
Sempre in movimento e mai fermi, ci bastava guardarci negli occhi l'un l'altra per riscoprire ogni volta il sentimento che ci legava e ci portava a essere lì in quel momento e in quell'istante; lo stesso sentimento che mi porta stasera a essere seduto qui al mio solito posto e pensare alla solita persona che in un giorno indimenticabile e scolpito nella mia memoria è entrata nella mia anima e non è più uscita.
Presto torneremo a passeggiare mano nella mano, nei parchi e lungo le strade, ci guarderemo ancora negli occhi e rivedremo quel sentimento.
E' solo una questione di giorni e di tempo e ogni secondo che passa, ogni tasto che batto sulla tastiera, è in fondo un secondo in meno nella conta del tempo che mi separa da te.

lunedì 23 marzo 2009

A presto...


Lento, lentamente, metro dopo metro, respiro dopo respiro, stamattina il treno ha lasciato la stazione, lasciando dietro di sè, una scia di polvere, fumo e una nube di sogni e di ricordi felici, fatti di giorni spensierati, sereni, colorati, profumati e pieni di sole, nonostante fuori tirasse il vento e facesse anche piuttosto freddo.
Il treno prendeva velocità e con maggiore velocità la tua immagine si stagliava davanti il mio sguardo e da lì non si spostava. Non scompariva. Rimanevi lì e mi guardavi, mi sorridevi con il viso un pò reclinato sulla tua spalla destra e chiudevi il tuo occhio destro in segno di complicità e di allegria.
La tua immagine allegra mi ha seguito per tutta la mattinata. L'ho rivista ad ogni stazione, in aeroporto e poi anche sulle ali dell'aereo che, dall'alto dei cieli, lì dove splende sempre il sole, mi faceva guardare la neve sulle montagne, il mare con in mezzo le sue isole e le nuvole come tanti piccoli batuffoli di cotone.
Mi hai seguito e io ti ho sentita forte e presente accanto a me.
Ho sentito il tuo respiro sul mio collo, così come fossimo abbracciati e stretti. E non fa niente se aprendo gli occhi, poi non ti trovavo. Ti avevo nel cuore e nella mente.
E anche ora, che non ti vedo da poco più di 14 ore, ti ho nel cuore e nella mente.
A presto...





mercoledì 11 marzo 2009

Alla ricerca della felicità...


Come tempo fa ho già detto, viaggiano i viandanti e viaggiano i perdenti.
Viaggiano tutti insomma e io torno a viaggiare.
Tra poco partirò e andrò alla ricerca della felicità. Stavolta però sono avvantaggiato...
So dove essa risiede e anzi, Lei mi aspetta.
Hasta luego companeros!!!

domenica 8 marzo 2009

La donna nobilita l'uomo

(Caffarelli Teresa, pittrice)


Non è solo il lavoro che nobilita l'uomo.
Ciò che sublima l'uomo, stavolta inteso non come genere umano ma come "genere di sesso", è la donna. La donna nobilita ogni azione che l'uomo compie e purifica ogni idea che l'uomo pensa. Per la donna l'uomo è stato capace di cose meravigliose, quasi paradisiache. Per la donna sono stati i versi più belli, e penso ai versi di William Shakespeare oppure ai versi di Pablo Neruda.
Per una donna è stata scritta la Divina Commedia. Per una donna noi uomini sentiamo quel sentimento d'amore che ci migliora, che ci fa sentire bene, unici, rari e così leggeri da poter volare a tre metri sul cielo, o a sei metri come tanti dicono per via della grande folla che a tre metri s'incontra. Per la donna la nostra vita diventa profumata e colorata.
Certamente per la donna siamo disposti anche ad atti di cattiveria, come fu la guerra di Troia da parte dei Greci. Ma ci sta anche. Il tesoro che una donna possiede, la bellezza, la purezza, il senso di immortalità che riesce a regalarti una donna, vale tutto ciò.
E' la donna che nobilita l'uomo. E se capita che qualche "uomo" usa violenza su una donna, non vuol dire che quella donna non nobiliti l'uomo. Vuol dire che quello non è un uomo ma un animale.
Grazie donne e grazie Donna!

domenica 1 marzo 2009

Come una barca a vela

(Marina con barca a vela di Maurizio Soffiatti, olio su tela di cm. 50 x 70)


Stamattina mi son seduto sul divano. Avevo davanti la finestra e da una persiana aperta entra un pò di luce, ancora timida e fredda, luce del primo sole mattutino, utile soltanto per allontanare la notte e i suoi pensieri in chiaro e scuro.
Fuori c'era un forte vento e la tenda che in estate mi ripara dal vero sole caldo, stamattina si muoveva senza sosta e senza alcuna pace. Era scossa dalle raffiche di vento, che saranno state di sicuro raffiche fredde di vento. Sembrava quasi una vela di una barca in alto mare, in mezzo ad una tempesta; una barca che imbarca acqua da tutti i lati, barcolla, quasi si capovolge ma cerca comunque di restare ancora dritta, di non spezzarsi e di non lasciarsi andare giù, a picco, negli abissi del mare; farsi nascondere dalle acque e accogliere in quel silenzio come se fosse nel ventre materno.
Guardavo la luce farsi spazio nella stanza, il vento travolgere tutto ciò che trovava davanti i suoi passi e pensavo. Pensavo al calore che può dare un fuoco e al pericolo che allo stesso tempo esso rappresenta. Pensavo alla mia paura di scottarmi e a quella necessità che ho di scottarmi. Guardavo la finestra e mi vedevo lì seduto a guardare la finestra. Avrò di sicuro avuto uno sguardo perso lì fuori, smarrito e ricercatore. Ricercavo la strada giusta, anche se la meno battuta, per ritornare a stare davanti al sole e non scottarmi; sentire semplicemente sulla pelle e nel cuore il calore delle sue fiamme e non sentire invece il bruciore dei suoi raggi.
Il vento non mi era d'aiuto per niente. Lui spirava in direzione opposta a quella in cui volevo andare. Se mi fossi affacciato, so che sarei andato ancora più lontano. Niente mi avrebbe fermato, niente mi avrebbe trattenuto e sarei andato, contro la mia voglia, sempre più lontano; al punto di perdermi magari e non poter più tornare indietro, dove tutto invece è caldo, colorato, profumato da fiori e felice per via dell'amore che lì si respira.
Stavo seduto sul divano e ho scelto di stare fermo. Seduto. Immobile. Guardavo la tenda scuotersi e il sole tentare di raggiungermi. Io rimanevo fermo. Col pensiero a te, col cuore a te e negli occhi una sensazione di bruciore, un senso di mare, di quel mare che potrebbe nascondere e accogliere quella barca.
Chissà se leggerai mai queste parole. Chissà se darai loro lo stesso significato che hanno per me. Chissà.

domenica 22 febbraio 2009

Ti affido Lei


Ti affido Lei. Abbine cura.
Ti prego di cullarla quando, persa, chiude gli occhi e regala i suoi pensieri al sonno. Accarezzane il viso e proteggila dai brutti sogni. Veglia su di Lei e non svegliarla se prima il sole coi suoi raggi non splenda nell'alto del cielo.
Seguila con il tuo sguardo lungo ogni passo della sua giornata. Riscalda il suo corpo con il calore del fuoco; rinfrescala con la purezza della tua acqua. Sorridile quando Lei ti sembra triste, perchè forse qualche brutto pensiero possiamo pensarlo tutti. Tu però non lasciarla ma anzi ancora più convinta, devi accompagnarla e sorreggerla, proteggendola dentro il tuo abbraccio, disvelando ai suoi occhi le bellezze che la vita nasconde.
Seguila ma non ti far notare. Lascia che tutto sia per Lei una sorpresa, una lieta sorpresa. Inaspettata. Imprevedibile. Desiderata. Perchè un vero desiderio è ciò che ci capita di vivere senza il minimo nostro sforzo per viverlo. E' quel pensiero mai pensato perchè forse fin troppo dorato per essere pensato.
Ti affido Lei, con tutta la sua vita, il suo presente e il suo futuro. Accoglila nella tua musica, tra le noti più dolci e rasserenanti che conosci, immersa e sommersa nel profumo dei fiori freschi che nel tuo prato crescono e coi fiori costruisci una corona degna della sua bellezza e adagiala sulla sua testa, in modo che, così incoronata, possa essere per sempre la regina della mia vita.
Donale amore e pace, insieme ad un'infinita felicità. So che tu puoi.
Hathor, dea dell'amore, della felicità e della musica, ti affido Lei e con Lei ti affido anche la mia esistenza. Non portarla via da me. Non allontanarla perchè con Lei andrebbe via anche la luce che da quel giorno illumina i miei occhi e mi fa vedere ciò che prima non sono mai riuscito a vedere; e cioè l'amore e i colori felici della vita.
E' una preghiera la mia. Ascoltala e proteggila.
Oggi e sempre...

sabato 14 febbraio 2009

Buon San Valentino


Ho scritto T'AMO sulla neve stamattina e il sole piano piano se l'è portata via, sciogliendola in tantissime piccole gocce d'acqua purissina; in milioni di invisibili atomi d'acqua; invisibili come i mille pensieri che ogni giorno ti dedico, dal giorno in cui hai preso posto e posizione all'interno del mio cuore. E forse anche da prima.
Forse ti penso da quando ho cominciato a conoscerti, a conoscere quel semplice capolavoro che sei. Da quando ho scambiato le prime parole con te, sia scritte che parlate; da quando distrattamente ho visto una tua fotografia e ho imparato a riconoscere i tuoi occhi marroni tra migliaia di altri occhi marroni.
Ho scritto T'AMO sulla neve e quando il sole l'ha sciolta allora ho chiuso gli occhi e ho sognato che in qualche modo, magico o logico, la stessa acqua sciolta stamattina sarebbe caduta dal cielo davanti la finestra della tua camera, o davanti i tuoi passi nei viali e nelle strade di Rimini, disegnando sull'asfalto la stessa scritta, lo stesso T'AMO. Ho sognato poi che leggendo quelle due parole tu avresti pensato subito a me e un sorriso si sarebbe dipinto sul tuo volto, una luce si sarebbe accesa nei tuoi occhi e avresti sentito la vibrazione che solo il battito d'ali di una farfalla sa far sentire.
Due parole che sembrano quasi una, che pronunciate sono solo una parola. Un pò come noi: due persone che nei miei sogni e nei miei pensieri sono solo una, un cuore, un amore.
Ho scritto T'AMO sulla neve stamattina e a quella scritta ho affidato tutti i miei sospiri, i miei sorrisi, le mie parole, i miei sguardi, i miei sogni, le mie speranze e tutto il mio futuro.
Ed infine le ho affidato tutti i miei auguri affinchè questo possa essere solo la prima festa degli Innamorati di tantissime altre feste degli Innamorati, anche se ogni giorno che passa e che passo con te, nel pensiero e nella forma, è un giorno di festa per me.
Con amore...

mercoledì 4 febbraio 2009

Stai con me


L'importanza di trovare la persona giusta nel momento in cui qualsiasi altro momento sarebbe stato uguale, perchè l'importante è trovare la persona giusta e non il momento. Di questo vorrei parlare anche se parlare non è che mi riesce bene, perchè l'emozione sale e incatena le parole che invece vorrebbe uscire e volare via, veloci, alte, leggere.
Vorrei parlare della gioia che sento da quando ho trovato la persona giusta, di quello che ero, di quello che sono e di quello che sarò con lei.
Vorrei parlare del colore che oggi ha il cielo, del profumo che oggi ha il mare; del calore del sole e della luce delle stelle.
Vorrei... vorrei...
Vorrei parlare di tutto quello che sei per me ma ho paura di non trovare tutte le parole adatte, tutte quelle degne, e per questo rimango in silenzio e nel silenzio ti penso.

domenica 25 gennaio 2009

Insieme noi


Se ti guardo, sei il futuro che ho sempre sognato nei sogni più dorati che ho mai fatto, nelle mie nottate più tranquille che ho mai vissuto.
Sei la gioia che ogni uomo insegue durante il lento trascorrere della sua vita.
E pensare che prima di conoscerti, mi illudevo di stare bene, di stare già bene senza di te. Mi illudevo che un centesimo della gioia che provo oggi mi sarebbe potuta bastare per vivere la mia vita con allegria e pochi affanni.
Oggi invece mi rammarico di averti conosciuta così tardi, di aver trascorso tanti anni senza averti accanto a me. Si vede che doveva andare così. Che dovevo disperdere il mio sguardo su altre ragazze prima di trovare la perla più bella e rara, la ragazza che davvero merita ogni mio anelito d'amore, ogni mio sospiro e ogni mio respiro.
Al contempo penso che ancora tanti anni mi aspettano dietro l'angolo, pronti ad essere vissuti giorno dopo giorno, mese dopo mese; e saranno anni felici se ti vedranno accanto a me, se anche tu li vivrai con me. Saranno anni che mi vedranno sorridere, ridere, piangere, urlare, saltare, mangiare, dormire, esultare; tutto insieme a te, tutto con te e per te.
E' il futuro che ho sognato sempre e che con te può diventare realtà.
Ne sono sicuro.

domenica 18 gennaio 2009

Non poterti parlare

(Cesarina Ciotti, Figlia di Gaia)

Non poterti vedere è una spina nel mio fianco. Mi punge ad ogni movimento e fa sentire sempre la sua dolorosa presenza. Il suo bruciore non mi lascia. A volte si attenua. A volte s'incendia sempre di più. Fino ad esplodere ed ad ardere come vivo fuoco.
Non poterti vedere mi fa stare male, però poi penso a quante volte io ti abbia già visto e scopro che chiudendo gli occhi ti dipingo facilmente davanti a me, chiusa nella tua bellezza e nella tua luce. E allora non sento più così importante guardarti perchè in realtà ti vedo già.
Ti vedo in ogni cosa che faccio, in ogni cosa che incontro, in ogni cosa che tocco, in ogni cosa che prendo, in ogni cosa che lascio. Ti vedo ovunque. Anche su questa tastiera su cui batto in modo alternato le dita e anche sul monitor dove guardo per controllare che le parole digitate non contengano errori.
Non poterti parlare è stato anch'esso pesante e difficile da superare. Se avessi piantato un alberello per ogni volta che ho sentito tra ieri e oggi la voglia e il bisogno di chiamarti e parlarti, ci sarebbe un nuovo bosco fuori casa mia. Spesso sei entrata nei miei pensieri e non ne sei uscita poi tanto facilmente.
Ad occhi chiusi sento la tua voce. Vero.
Sento i tuoi canti, le tue frasi dolci e i versi fanciulleschi che fai spesso. Sento le risate che ci facciamo e i silenzi che hanno accompagnato anche i momenti ombrati che ci sono capitati fino ad oggi. Chiudo gli occhi e sento tutto ciò. Ma è diverso.
E' diverso sentire dal vivo la tua voce perchè ogni volta è un'emozione diversa, perchè tu sei ogni volta diversa; come un mare o come il cielo. Infinito, azzurro, impetuoso, calmo, luminoso, fresco, pulito.
Hai sempre quel piccolo particolare che ti fa unica e irripetibile.

domenica 11 gennaio 2009

Tutto mi è chiaro


Tempo fa non riuscivo a comprendere il perchè la luce fosse così luminosa e l'acqua così fresca. Non capivo perchè il sole sorgesse all'alba, salisse lentamente nel cielo e altrettanto lentamente scendesse di nuovo giù al tramonto. Non capivo perchè poi il suo posto venisse preso dalla luna e dalle stelle. Non capivo perchè le stelle si adoperassero tanto per illuminare il mondo anche la notte in modo da non far sentire agli uomini la mancanza del sole.
Tempo fa non riuscivo a comprendere perchè la natura ci regalasse fiori tanto profumati e colorati e frutti dolci e buoni. Non capivo perchè nell'aria volassero così tante farfalle in primavera, leggere e delicate di fiore in fiore. Non capivo perchè esistessero i suoni e le musiche.
Non capivo perchè tutto ciò esistesse e accadesse. Non capivo chi permetteva ciò e quale fosse lo scopo di tutto.
Poi un bel giorno ti ho conosciuta e tutto mi fu chiaro.
La luce è così luminosa per mostrarmi la tua infinita bellezza; e l'acqua così fresca per rinfrescare il mio corpo che per te arde d'amore.
Il sole sorge all'alba, sale nel cielo e poi riscende per concedermi sempre un nuovo ulteriore giorno da passare con te. La luna poi prende il suo posto per regalarmi una nuova notte da trascorrere pensandoti e guardandoti dormire dolce illuminata dalle stelle che non si stancano mai d'illuminarti.
I fiori sono semplici mezzi per diffondere in tutto il mondo il tuo beato profumo; e i frutti hanno il compito di nutrire i nostri corpi che si attraggono e le nostre menti che si cercano.
Le farfalle esistono per portarti in volo e cullarti sulle loro ali.
Mi restava infine da capire del perchè dei suoni e della musica. Poi ci siamo dati un bacio e pure quello mi fu chiaro. Ho sentito un'esplosione di gioia dentro di me. Un gran frastuono. Un boato. Come se qualcosa mi fosse scoppiato dentro.
Era l'amore che scoppiava nel mio cuore e inondava la mia anima.
E' l'amore che crea i suoni e le musiche, che ci allieta e ci rende felici. Che ci fa vivere e ci fa sperare di non morire mai.

domenica 4 gennaio 2009

Niente di nuovo sotto il sole


(Domenico Cocchiara, In rosso, acrilico su tela, cm. 60x70, 2009)
Non c'è niente di nuovo sotto il sole. Il giorno è sempre composto da 24 ore; immense quando sto da solo con me stesso. Nel cielo scivolano via le nuvole e i cumuli di fumo e vapore che oscurano la luce del sole, proiettando sulla terra ampi spazi di ombra, che rinfrescano l'aria e a volte la raffreddano.
Il mare è sempre solcato dalle onde che un pò si abbassano e un pò si alzano, si agitano e si calmano; scuotono le barche dei pescatori che al mattino vanno alla ricerca di una ricchezza mai promessa e spingono giù in fondo i segreti che tali devono restare.
Nel mare sguazzano sempre milioni di diverse specie di pesci, tutti diversi tra di loro, nel colore e nella dimensione.
Non c'è niente di nuovo sotto il sole. Tutto scorre come sempre, con lo stesso ritmo e la stessa noia, con lo stesso scorrere lento e inesorabile, con la stessa cadenza .
Sto mentendo.
Se devo essere sincero, non tutto è uguale a prima. C'è qualcosa che è cambiato.
Di nuovo c'è che adesso son felice. Meglio non gridarlo perchè la felicità genera gelosia ma è troppo grande la gioia per tenerla per me. Rischierei di non contenerla e di scoppiare. Spargere tutto intorno la mia felicità e regalarla a chi non vuole che io lo sia.
Sono felice perchè ti ho incontrata e perchè ho legato il mio destino al tuo. Sono felice perchè sento di non essere più solo, e se anche le ore sono piccole quando sto insieme a te, adesso esse non sono più spine da evitare ma sono cuscini su cui riposare e cullarsi dolcemente nel sonno e nel sogno.
Ora ho un pensiero da pensare in ogni momento della giornata, un pensiero che a pensarlo mi rallegra quando sono triste, mi sfama quando ho fame e mi disseta quando ho sete.
Ho un sentimento che mi protegge dalla pioggia quando piove e non mi fa sentir freddo, che mi accompagna quando per strada cammino senza nessuno accanto, che mi augura la buonanotte la sera e al mattino mi sveglia soffiandomi addosso respiri d'amore.
A pensarci bene tutto è nuovo sotto il sole, perchè è cambiata del tutto la luce. Prima era una luce spenta, buia. Adesso è splendente e brillante. E tale sarà fino a quando tu sarai con me e io sarò con te.