lunedì 6 agosto 2007

In Paradiso c'è silenzio?


In Paradiso c’è silenzio?
E’ la domanda che fischietta nella mia testa durante le ore del giorno quando faccio del mio meglio per ingannare la vita e forse me stesso. Aprire gli occhi al comando della mente, lentamente schiarirsi la vista e iniziare a vedere le ombre alternate con le luci, tra gli oggetti della stanza che ha custodito i miei sogni durante la notte, li ha cullati quando essi piangevano e li ha nutriti quando essi avevano fame. Alzare lo sguardo alle mura bianche della mia casa, al verde giardino fuori dalla mia porta, alle migliaia di colori che mi attendono nelle strade del mio paese. Salutare gli amici, ossequiare i conoscenti e incuriosirsi per gli sconosciuti. Ridere e parlare, anche del nulla, basta che io parli. Correre e gridare. Sentire il vento che striscia fra i miei capelli, che scivola sulla mia pelle e che scorre sulle mie braccia. Uscire da casa e mischiarsi in mezzo a decine di altri volti, di altre voci, di altri passati perduti, presenti incerti e futuri opprimenti. Cercare nelle gocce del vino la soluzione ai nostri problemi, le risposte alle nostre domande.
In Paradiso c’è silenzio?
Ma prima di chiedermi se in Paradiso c’è silenzio, dovrei chiedermi cosa è e dove si trova il Paradiso. Il Paradiso esiste?
Il Paradiso è la mia città, fatta di macchine rumorose e fumanti che si spostano senza nessuna sosta, avanti e indietro, su lunghi nastri di asfalto scuro e caldo sotto il sole d’estate; fatta di persone che si guardano attraverso gli occhiali e sotto i cappelli, che si sorridono e che si insultano presi dagli istinti animali che appartengono all’uomo sin dalla sua comparsa sulla Terra; fatta di case alte a tal punto da nascondere il paesaggio della campagna attorno ma basse a tal punto da non impedire al vento di urtare la mia finestra e al sole di entrare nella mia stanza.
Il Paradiso è la mia città, fatta di mille contraddizioni, divisa tra la povera ricchezza e la felicità ostentata e artificiale di poche persone sedute davanti al bar della piazza, chiusi nella loro bella prigione dorata di arroganza e falsa superiorità e la ricca povertà e la felicità nascosta e reale di molte persone distese su un letto di riposo o passeggianti nel recinto della piazza.
Il Paradiso è la mia città quando tra le mille anime c’è la tua, anche se distante, anche se non da sola, anche se non pensante a me. Mi basta sapere di averti nella mia stessa città che questa diventa il mio Paradiso. L’acqua diventa pulita e fresca, le farfalle di nuovo colorate e i fiori nuovamente profumati e colorati.
Tu immersa nel lago che sembra una fontana, con l’acqua che salta in aria e zampilla sulla tua pelle liscia e delicata, felice come felice è l’amore nei cuori di due innamorati e un canto da te intonato come musica.
Ecco, in Paradiso non c’è silenzio perché in Paradiso ci sei tu che canti, beata tra gli angeli che ti accompagnano con arpe e violini, celeste chiusa nel bianco della tua veste di pizzo e di organza, sognante tra le note della canzone e amorosa tra i colori del mio sguardo e le pieghe del mio sogno.

16 commenti:

Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

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La ringrazio per Blog intiresny

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Perche non:)

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Si, probabilmente lo e

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