Ho chiuso gli occhi.
Corro nella stanza veloce e leggero. Un piede più veloce dell'altro e sono subito attaccato ad un'altra parete. Ora guardo dalla finestra delle luci brillare tra mille ombre. Ballo senza sosta nella stanza trasparente in un volo sulle note della musica che urla dallo stereo. Mi muovo senza coscienza e senza volontà, in modo irrefrenabile e scomposto come mosso da un burattinaio o da un padrone più grande di me. Salto in aria e poi mi butto a terra. Mi arrampico sugli armadi e come Tarzan mi getto sul letto. Il lampadario è la mia liana. La scrivania il mio ponte tibetano. Come una falena volo attorno alla luce. Come un ragno cammino sui muri e adesso cammino sul soffitto. Nessuno riesce a prendermi e nessuno riesce a toccarmi. Io sono il più veloce. Sono sempre il più veloce. Mi fermo quando gli altri si muovono e mi muovo quando gli altri si fermano. Vedo dipinte sui muri immagini colorate e variopinte come le piume di un indiano. Sono io stesso a dipingerle. Faccio il disegno e ora lo coloro. Non mi fermo mai. Non mi chiamare. Non ti sento. Il suo veleno mi fa correre, volare e dipingere.
Ora riapro gli occhi.
Era solo un sogno forse ma davvero stanotte una taranta mi ha baciato. Non posso sbagliarmi.
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