giovedì 17 aprile 2008

Torno ad occhi sconosciuti


Può la sera con il suo velo scuro nascondere la realtà e far nascere così inganni prima sconosciuti che spuntano dagli angoli delle strade, da dietro le spalle di altra gente smarrita, tra l'allegria di una serata tra amici e la nostalgia di un futuro che tarda a tornare. Come può il futuro tornare? Torna nel vento di sentimenti che ho già respirato, di cui mi sono cibato già e che adesso sogno di provare. La sera conserva con sè il mistero di una bellezza che nel buio sembra brillare, raggiante e pulita in mezzo a tutto ciò che invece ha smesso di brillare o non ha brillato mai. Una bellezza per me, una bellezza per te ma non per tutti, perchè ciò che è bello è mio, solo mio. E' bello grazie a me. Sono io a renderlo bello. A pensarlo bello.
Bello come un crepuscolo sul mare mentre le prime barche si allontanano dal porto e le ultime barche invece tornano da una notte passata cullate dalle onde, alla luce dei lumi.
Bello come un bosco e fresco come l'aria dopo un giorno di pioggia.
Bello come un fiore di campo bagnato dalla rugiada mattutina, cristallino e splendente nel prato umido e profumato.
La sera torno ad occhi sconosciuti che mi guardano fieri dello sguardo che da me ricevono, legando ai loro capelli le mie parole non dette e pensate, come tanti piccoli anelli che si incontrano e si scontrano, generando dolci suoni come ori che rintoccano.
Sono occhi di tigre che graffia, di gatta che fa le fusa, d'anaconda che stritola la preda con la sua pesante coda, verde e marrone.
Sono occhi che affascinano, che rapiscono i miei sogni, che colorano i miei bianco&neri.
Torno ad occhi sconosciuti, che rimarranno tali anche alla fine della serata, quando andrò via ad urlare alla Luna i miei silenzi e nel letto di chiodi sognerò di conoscere quegli occhi così sconosciuti da sembrare tanto familiari, perchè in fondo sono gli stessi occhi che da una vita sogno di conquistare, di guardarli chiudersi in un sonno cullato dalle note di Morfeo, di fissarli mentre dormono in mezzo ai petali di mille rose rosse, e di notare la loro luce tornare a brillare quando le rondini ritornano a cinquettare sulla finestra della mia camera al mattino seguente.
Torno ad occhi sconosciuti. Ai tuoi occhi sconosciuti.

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