mercoledì 29 novembre 2006

Lettera ad un Amore mai dichiarato


Stanotte risuonano vecchie fisarmoniche in perfetto stile francese e in lingua francese una voce ormai estinta canta un inno all’amore.
Quante cose non ti ho mai detto e quante cose forse non ti dirò mai.
Come quella volta che parlammo di salmoni rosa e rossi che salivano la corrente per tornare magari alla loro casa, dove erano attesi. I fiori ci avvolgevano. Quelli dell’albero sopra di noi e quelli del tuo vestito bianco. Gli occhiali come al solito filtravano i tuoi occhi castani e un fermaglio tra i capelli.
E che ridere quando cercavo di insegnarti la via per la libertà e tu eri tutta un timore.
Avanti e indietro, a destra e sinistra. Sino al muro contro di noi e ai vetri rossi a terra.
Neanche la botta c’è stata, ti dissi. Non ti preoccupare… che tanto la colpa è tutta mia.
E invece la botta c’era stata si, ma c’era stata tanto tempo prima.
Ma solo io la presi quella. Tu neanche c’eri. E se c’eri, non la causasti. Io e io solo sono la causa del mio amore.
Se tu mi chiedessi di dirti il giorno, l’ora e il posto esatto in cui mi innamorai di te, nemmeno ti saprei rispondere.
Forse mi innamorai quando per la prima volta hai osato sfiorarmi le braccia con le tue dita, quando ancora fanciulla e forse ingenua facevi quello che le altre facevano, ignorando il fatto che la tua bellezza non è nemmeno lontanamente paragonabile a quella che altre ragazze hanno o sognano di avere. Più bella di qualunque sogno che qualunque persona possa fare.
Oppure, chissà, sono sempre stato innamorato di te. Ti ho aspettato sino a quando non sei arrivata tu a sconvolgermi le idee e le giornate.
Da allora solo un profumo ha la rosa, solo una luce ha il sole, solo una stella ha il cielo.
Proprio quel cielo che ci fermammo a guardare sulla spiaggia una notte d’agosto di qualche anno fa. Veramente solo io mi fermai a guardarlo, a guardare la stella che si allontanava sempre di più, nascondendosi nel buio, dietro alla luna. Tu eri occupata ad allontanarti.
Tante volte avrei voluto mettere in “pause” la musica nella mia testa, prenderti la mano e dirti che sei speciale, speciale è tutto quello che fai e speciale è tutto quello che mi lasci sentire. Anche quella notte di dicembre quando attorno c’erano solo le cicale notturne e Celentano cantava dentro la mia auto. Tra le tue mani vedevo le mie mani, ma in realtà c’era solo una sciarpa tutta piegata.
E’ sempre stato questo il limite, il mio limite: i miei occhi, quando ci sei tu, dipingono davanti a me una realtà che realtà non è. Un mondo in cui forse vivo io ma di certo in cui non vivi tu.
Non ho ormai bisogno di una foto per pensarti e soffrire, perché tanto non si possono cancellare i graffiti col tuo volto nel mio cuore. E, pur soffrendo, penso spesso all’immagine più bella che ho di te. Tu accanto a me, in mezzo a tantissima altra gente con i loro bambini vestiti in maschera, e proprio un bambino che non conoscevamo tra le tue braccia. Che bel quadro avrebbe dipinto Modigliani. Che bella canzone avrebbe scritto Mogol. Che bella poesia avrebbe scritto Neruda.
Tante cose avrei voluto dirti ma non ci sono mai riuscito purtroppo.
Te le ho solo sussurrate un giorno d’estate mentre in spiaggia eri tra le braccia di Morfeo e io, fissandoti, non notavo il tempo passare.
Non attesi che tu ti svegliassi. Non pretesi che tu mi sentissi.
Vuoi sapere il perché?
Perché forse è più facile scrivere che ti amo in una poesia o in un romanzo, piuttosto che guardarti negli occhi e rischiare di veder così morire questo mio sentimento.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Bella questa dichiarazione..mai fatta.
Certo è un peccato che tu non abbia detto queste parole guardando negli occhi "la tua bella", ma ti capisco...a volte è più facile rimanere a guardare ammirati, in silenzio..

Anonimo ha detto...

Sinceramente mi è piaciuta molto questa lettera, è bellissima, piena di sentimenti ammirabili, per i quali ti devi sentire orgoglioso di sentirli. Complimenti ed i miei sinceri desideri di una vita molto felice e piena di soddisfazioni. Veramente sei una persona speciale e devi rimanere orgoglioso di quello. Un abbraccio forte...G.S.

Anonimo ha detto...

quando ho letto questa lettera dal senso e dal sentimento molto "profondo", ero in tua presenza,caro cangaceiro, e inconscia -talvolta- della tua lirica, ti chiesi chi l'avesse mai scritta!Ti chiedo ancora perdono per questo....
è troppo bella!

Anonimo ha detto...

complimenti! Ciò che hai scritto è bellissimo! Penso che ogni ragazza vorrebbe sentirselo dire. Le ultime tre righe sono la parte che più preferisco e che mi ha colpito.

Cangaceiro ha detto...

Grazie Interlude, grazie per essere stata qui e aver lasciato un commento.

marco ha detto...

Leggendo questa dichiarazione ho avuto l'impressione che qualcuno mi leggesse nel pensiero.
Sicuramente è bellissima , anche perchè lo è....sicuramente è profonda e lo si nota dai particolari che descrivi e dalle situazioni che rappresenti. Ma io ti rivolgo il mio elogio per la verità che hai trascritto riconoscendo un tuo "limite" che in questo momento è anche il mio.
Direi.... SPECIALE...

Unknown ha detto...

Meravigliosa dichiarazione .... Ma chissà che lei non provasse esattamente le stesse cose.... Chissà che non avesse quella stessa paura di veder morire il sentimento immaginando che non fosse ricambiato.... Chissà... Forse entrambi eravate bloccati dietro quel limite reciproco.... Chissà che lei non abbia sempre sentito quelle stesse cose....