giovedì 1 novembre 2007

Profumo di un sogno

Domenico Cocchiara, Profumo, acrilico su tela, cm. 30 x 40, 2006
Questa notte ho sognato. Questa notte ti ho sognata, bella come ormai abitudine e raggiante; vestita con un abito bianco di organza. Avevi le perle come bottoni e avevi la bellezza come un’aureola sulla testa e tutto intorno.
Mi venivi a cercare e salivi sulla mia macchina. Mi guardavi dritta in faccia e mi sorridevi, felice per quel giorno anche se dicevi: è solo una formalità.
Era il giorno del tuo matrimonio, con una persona che forse ti amava e che tu dicevi di non amare. Ma eri lo stesso felice. E io che segretamente ti amavo ero il tuo autista verso la chiesa.
Ti ho detto che avrei potuto portarti lontano. Ti ho detto che avrei voluto portarti lontano, lontano dalla chiesa e dall’uomo che ti attendeva. Ti ho detto poi che avrei potuto accompagnarti all’altare. E tu rispondevi sempre sorridendo, che era una formalità e che non sarebbe cambiato nulla.
Pensavo che quelle parole avessero un senso di verità, perché non cambiava il mio amore verso di te e non cambiava la tua amicizia.
Arrivati davanti la chiesa, scendevo dall’auto e venivo ad aprire lo sportello. E tu scendevi bellissima, piena di luce e di fiori e brillante ti dirigevi verso il portone della chiesa. Salivi sicura gli scalini e poi andavi dritta lungo la navata, donando la tua mano chiusa in un lungo guanto bianco nelle mani di una fredda mano rosea.
La gente entrava al tuo seguito, guardandoti silenziosa. Notava la tua bellezza e non poteva che guardarla. Non la poteva toccare. Non la poteva neanche rubare.
Ti vedevo seduta al fianco di un altro e il mio cuore smetteva di battere, il respiro scompariva e le mie mani, che tremanti avevano sfiorato le tue dita, adesso avevano smesso di tremare. Una pioggia di lacrime aveva gettato negli occhi, interi e lunghissimi fiumi di piccole gocce di dolore. Rimanevo fermo, solo e infelice, immerso nel profumo che tu avevi lasciato al tuo passaggio, un profumo di rose bianche e di essenza di fragola, di una bellezza appena fiorita e pura, di una luce abbagliante e accecante, di un amore che mi abbandonava anche se non era mai stato con me, di un amore che innaffiavo con le mie lacrime.
Le mie stesse lacrime poi mi hanno svegliato, disteso e confuso nel mio letto, nel buio della mia stanza. E stranamente ho continuato a sentire quel identico profumo.

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